Dai falsi finiti in collezioni di Musei internazionali di Alceo Dossena alle teste attribuite a Modigliani della cosiddetta Beffa di Livorno, in una mostra curiosa e avvincente a Ferrara.
Fakes, i falsi nell’arte
Dal 7 aprile 2022 Ferrara ospita a Palazzo Bonacossi una mostra dedicata alla ricca produzione di Falsi nella storia dell’arte.
La mostra Fakes, i falsi nell’arte propone un percorso che parte da Alceo Dossena (1878-1937), artista cremonese che creò capolavori attribuiti ai grandi maestri del passato e finiti anche in molte collezioni e musei all’estero.
Si arriva poi alla cosiddetta beffa di Livorno del 1984, quando nel fosso reale di Livorno furono rinvenute due teste attribuite a Modigliani, l’artista più famoso della città toscana di cui correva proprio in quell’anno il centenario della nascita, opere che si dimostrarono però copie prodotte da alcuni giovani goliardi livornesi.
Nella presentazione della mostra l’attuale presidente di Ferrara Arte Vittorio Sgarbi, che allora manifestò dubbi sulla loro originalità, sottolinea come quella vicenda abbia evidenziato che “la critica deve pronunciarsi autonomamente, mettendo in discussione anche gli accertamenti tecnici…Questo è il principio su cui si afferma il primato della critica”.
A Palazzo Bonacossi sarà offerto al visitatore un percorso curioso e avvincente tra casi di falsi ‘eclatanti’ e colpi di scena.
E le occasioni non mancano, perché la storia dell’arte è stata indubbiamente percorsa da casi di falsari ‘eccellenti’ e di altrettanto ‘eccellenti’ false attribuzioni che hanno segnato la stessa storia dell’arte rivelando, come nel caso di Dossena, un ‘talento’ al di fuori del normale.
In mostra saranno presenti circa 90 opere con molte straordinarie sculture realizzate nello stile greco, etrusco e dei più grandi maestri italiani del Trecento e del Rinascimento da Alceo Dossena e poi dell’altro celebre scultore falsario dell’Ottocento, Giovanni Bastianini.
Uno spazio è dedicato anche alle opere realizzate per protesta dallo scultore Angelo Foglia, fino ad arrivare alle teste attribuite a Modigliani realizzate per scherzo da Pietro Luridiana, Pier Francesco Ferrucci e Michele Ghelarducci, autori della citata“Beffa di Livorno”.
Le opere scultoree dialogheranno anche con un piccolo ma prezioso nucleo di dipinti di Federico Joni e Umberto Giunti, che si specializzarono in tavole dal fondo oro, che ricalcano lo stile dei Primitivi senesi.
Infine, nella sezione “Neo-estense”, sarà presentata una selezione di sculture di falsari, copisti e citazionisti padani operanti tra Otto e Novecento.