Una mostra dello scenografo Dante Ferretti, che ha lavorato ad Hollywood con grandi registi e può vantare ben tre premi Oscar.

Dante Ferretti, effimero per errore

Palazzo Ricci oltre ad essere la sede di rappresentanza della Fondazione Carima ne ospita la raccolta di arte italiana del XX secolo, che costituisce un caso unico nel panorama del collezionismo privato di origine bancaria, tanto per la specificità della raccolta quanto per gli artisti presenti in essa.

Il palazzo ospita inoltre mostre temporanee e, dal 25 luglio 2021, presenta una mostra che rappresenta un viaggio a ritroso nella mente dello scenografo Dante Ferretti, che conduce il visitatore alla genesi dell’idea scenografica, prima che si concretizzi nella scena oggettiva.

Dante Ferretti (Macerata 1943) è uno dei più importanti scenografi italiani, famoso per i suoi lavori che hanno spesso sfiorato la trasgressione storica, rivoluzionando il panorama della scenografia cinematografica dapprima in patria, al fianco di registi come P.P. Pasolini e F. Fellini, e poi fuori dai confini nazionali.

La sua collaborazione con artisti famosi e i risultati ottenuti a livello di riconoscimenti nel settore cinematografico sono la prova indiscutibile della sua qualità.

Tre premi Oscar, due per le scenografie dei film The aviator di Scorsese nel 2005 e Sweeney Todd di T. Burton nel 2008, e uno alla carriera nel 2012 sono solo la parte più in vista delle sue tante partecipazioni cinematografiche.

Non è un caso quindi se nel 2013, in concomitanza con il settantesimo compleanno, il MoMA di New York gli ha dedicato la personale Dante Ferretti. Design and construction for cinema.

Ora anche la sua città natale gli vuol rendere onore con una mostra che presenta 10 bozzetti a pastello su alluminio, carta, cartoncino, cartone, compensato e tela (tra cui quelli dei film premiati agli Oscar) e un modellino di resina, appartenenti alle collezioni della Fondazione Carima.

L’esposizione, a cura di Pierfrancesco Giannangeli e Benito Leonori, fa entrare il visitatore all’interno del processo della creazione artistica, nella stessa situazione che vive il regista quando lo scenografo gli sottopone l’ipotesi creativa, attraverso bozzetti e modellini.

E’ come partecipare ad un emozionante viaggio tra il buio e la luce, per scoprire e rivivere come inizia il percorso di costruzione di quel film o spettacolo teatrale.

L’allestimento della mostra è realizzato nei laboratori scenografici della Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi.