Come l’arte contemporanea si rapporta alla memoria nell’edizione 2023 di Performing PAC
DANCE ME TO END OF LOVE (Performing PAC estate 2023) – Mostra Milano
MILANO – Padiglione Arte Contemporanea PAC Via Palestro 14
Dal 11/07 al 10/09/202
In occasione del trentesimo anno dalla strage di Via Palestro, l’edizione di PERFORMING PAC Estate 2023 è dedicata al rapporto tra arte contemporanea e memoria storica.
L’idea è di raccontare – attraverso video, fotografie, installazioni, performance e una piccola mostra “flashback” con i materiali dell’Archivio del PAC – come la pratica e la ricerca artistica contemporanee abbiamo trattato la memoria non in quanto conoscenza della storia fine a se stessa, ma in quanto nesso, significativamente ed emotivamente carico, vissuto fra soggetti e vicende che trascendono la loro singolarità.
Per questa nuova edizione si parte dalla rilettura della mostra di Christian Boltanski, 6 septembres, curata da Jean-Hubert Martin al PAC nel 2005.
Tra le principali chiavi di lettura dell’opera di Boltanski vi è proprio l’analisi del concetto di “tempo”, che inesorabilmente fluisce e in cui la memoria e il ricordo divengono i segni, le tracce, del fragile e instabile passaggio dell’uomo.
Il titolo di quest’anno, Dance Me To The End Of Love, è una citazione da una canzone di Leonard Cohen del 1984, brano ispirato al dramma della Shoah.
In un’intervista Cohen spiegava: «La canzone è nata sentendo i racconti dei sopravvissuti dai campi della morte.
Accanto ai forni crematori, in alcuni lager, un quartetto d’archi era costretto a suonare mentre si consumava questo orrore.
Un orrore che sarebbe diventato il destino anche degli stessi musicisti.
Suonavano quando i loro compagni morivano».
Ma nei versi della canzone il dramma sembra scomparire nella missione salvifica e pacifica dell’arte come veicolo di memoria, capace di essere più forte di ogni crudeltà.
Dance Me To The End Of Love presenta opera di Maja Bajevic, Yael Bartana, Christian Boltanski, Maurizio Cattelan, Clemencia Echeverri, Miguel Gomes, Douglas Gordon, Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, Giulio Squillacciotti.