Bruce Nauman , l’artista che considera l’arte un’attività di ricerca piuttosto che un prodotto
BRUCE NAUMAN
Il 7 ottobre 2020 la Tate Modern ha inaugurato un’ampia retrospettiva dedicata all’artista statunitense Bruce Nauman (1941) premiato con il Leone d’oro alla biennale di Venezia del 1999 come miglior artista della manifestazione.
Avvicinatosi all’arte inizialmente come pittore, dal 1965 Nauman si dedicata alla produzione di sculture, performance e video, sempre animato dalla convinzione che l’arte è un’attività di ricerca più che un prodotto..
Nei primi anni realizza sculture che sono calchi di oggetti o parti del proprio corpo.
In seguito sviluppa una ricerca concettuale che lo porta all’uso delle lampade al neon.
I suoi lavori al neon, in cui parole senza senso si susseguono l’una all’altra, indagano l’aspetto dell’illeggibilità e dell’incomunicabilità.
Nauman considera l’opera d’arte un’azione che innesca nello spettatore reazioni fisiche (il disagio, il disorientamento) e psicologiche (il riso, l’angoscia), esplorando le inevitabili contraddizioni dell’esistenza umana come la tensione tra la vita e la morte, il piacere e la sofferenza, l’amore e l’odio.
La mostra alla Tate Modern è la prima grande mostra del suo lavoro a Londra in più di 20 anni.
Sono più di quaranta i lavori e le installazioni multimediali allestiti in un percorso tematico che stimola il visitatore ad interagire con l’universo dell’artista con una forte enfasi sul suono e sull’immagine in movimento, oltre a sculture poetiche e pezzi al neon.
La mostra di Londra è organizzata in collaborazione con lo Stedelijk di Amsterdam e l’HangarBicocca di Milano.
Durante il periodo della mostra sono programmati incontri di approfondimento sull’arte di Nauman anche con la presenza dell’artista.