L’esperienza di artisti italiani che, dalla prima metà dell’Ottocento, hanno vissuto la stimolante atmosfera della scena artistica parigina
Il Castello di Novara propone da novembre la mostra BOLDINI, DE NITTIS et les italiens de Paris, fino ad aprile 2024
Costruito verso la fine del XIII secolo il Castello di Novara ha attraversato le vicissitudini politiche e militari di Novara diventando carcere dalla dominazione napoleonica al 1973.
Abbandonato ha rischiato la demolizione nella seconda metà del Novecento ma poi è stato recuperato e restaurato diventando polo culturale d’eccellenza per la città, sede di musei, mostre d’arte, eventi pubblici e privati, convention e congressi, spazi di ristoro e condivisione.
Fino al 7 aprile 2024 il Castello ospita la bella mostra BOLDINI, DE NITTIS et les italiens de Paris.
L’esposizione è dedicata ad alcuni degli artisti italiani più noti e amati dal grande pubblico, conosciuti internazionalmente come Les italiens de Paris, primi tra tutti il ferrarese Giovanni Boldini (1842-1931) e il barlettano Giuseppe de Nittis (1846-1884).
La curatela della rassegna è stata affidata a Elisabetta Chiodini, storico dell’arte indipendente, studiosa di arti figurative e di storia del costume e della moda, esperta di arte italiana tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento.
Il percorso espositivo, articolato in otto sezioni, segue come di consueto l’andamento delle suggestive sale del Castello e si propone di illustrare, attraverso confronti dal ritmo serrato e stimolante, il lavoro dei pittori italiani di maggior successo attivi nella Parigi del secondo Ottocento e del primo Novecento.
Le opere in mostra, provenienti da collezioni pubbliche e private, saranno circa una novantina.
Com’è noto dal primo Ottocento Parigi divenne il centro di attrazione di molti artisti provenienti da Paesi europei e non solo per confrontarsi con quella cultura figurativa e respirare la stimolante atmosfera culturale della capitale francese.
Boldini e De Nittis rappresentano la punta di diamante di una schiera numerosa di altri artisti italiani che in quegli anni si trasferirono a Parigi, dal veronese Giuseppe Canella (1788-1847) a Gabriele Smargiassi (1798-1882), Consalvo Carelli (1818-1900), Giuseppe Palizzi (1812-1888).
Con la nascita delle prime Esposizioni Universali, città come Londra e Parigi attraggono milioni di visitatori da tutta Europa.
L’esposizione di Parigi del 1855 (Exposition universelle des produits de l’agriculture, de l’industrie et des beaux-arts,) a differenza di Londra (1851) dedica un intero padiglione anche alle Belle Arti con 28 paesi partecipanti e circa 5000 opere esposte.
Parigi diventa quindi il centro nevralgico del mercato internazionale dell’arte contemporanea.
Da allora Parigi attirò moltissimi artisti, pittori e scultori, ai quali offriva un ambiente ricco e vivace, aperto alla ricerca, all’innovazione e alle prime avanguardie artistiche.
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