In mostra a Milano un’antologica di Betty Danon, artista italiana nata ad Istanbul, conosciuta per le sue sperimentazioni di poesia visiva e di Mail art.
BETTY DANON. Antologica
Nel 1928 il critico d’Arte e editore Enrico Somarè aprì la Galleria Milano.
Nei dieci anni di vita della Galleria, chiusa poco prima della Seconda Guerra Mondiale, Somarè espose artisti cruciali come Casorati, Wildt, Eleonor Fini, Sironi, Tosi, Tozzi, Manzù, Carrà.
La galleria è stata riaperta nel 1964 seguendo sia artisti storicizzati che emergenti delle nuove generazioni.
Dal 22 ottobre propone una mostra antologica di Betty Danon (1927 – 2002).
Artista italiana di origine turca, trasferitasi in Italia negli anni Cinquanta, dopo un inizio pittorico astratto, Betty Danon è stata una figura centrale nell’ambito delle sperimentazioni della poesia visiva e poi della Mail Art.
Poliglotta, multiculturale, lontana dalle logiche del mercato e del sistema dell’arte dominante, solo dopo la morte, da qualche anno l’artista sta cominciando a ricevere la giusta attenzione che merita.
La mostra alla Galleria Milano intende contribuire a questo processo in atto ricostruendo alcune delle tappe fondamentali della sua poetica, facendo luce su aspetti di massimo interesse ancora poco noti.
Il percorso espositivo in Galleria inizia con le tele geometriche realizzate all’inizio degli anni Settanta, dove sono formalizzate strutture geometriche che rivelano il suo interesse per la psicologia junghiana e la filosofia orientale.
Questi acrilici prevalentemente sui toni del grigio-azzurro, da lei chiamati “pitture atonali”, vengono esposti per la prima volta alla Galleria San Fedele nel 1972 e coincidono con il suo lancio nel mondo dell’arte.
Nella sua Dichiarazione di poetica, l’artista definisce il cerchio “partenza”, “archetipo magico”, “eterno perfetto”, che si spezza e scompone dividendosi in giochi percettivi.
Nel 1979, Betty Danon spedisce ad altri artisti dei cartoncini sui quali lei stessa ha stampato dei pentagrammi: le rispondono in circa duecento, da cui Io & gli altri, sua prima esperienza di Mail Art, che diventerà una mostra presso la Galleria Apollinaire di Guido Le Noci.
L’operazione ha il plauso di molti ma attira anche diverse critiche: stanca del “magnifico mondo dell’arte”, Danon si ritira dall’ambiente delle gallerie e continua la sua ricerca artistica nella direzione della Mail Art, generando un’ impressionante mole di opere, oggi patrimonio imprescindibile conservato per la maggior parte nell’Archivio del ‘900 del Mart di Rovereto (Fondo Betty Danon).
La Galleria Milano ne restituisce una piccola parte, con elementi della corrispondenza con David Cole, Pablo Echaurren, Amelia Etlinger e Scott Helmes.