Ambra Castagnetti è un’antropologa che ha scelto di dedicarsi all’arte per rappresentare e riflettere sulle relazioni che tutti gli esseri viventi stabiliscono con la vita.
AMBRA CASTAGNETTI | APHROS
Rolando Anselmi ha fondato la sua galleria a Berlino nel 2013 e attualmente rappresenta diversi artisti internazionali.
La nuova sede di Roma è stata aperta nel 2020, concepita come uno spazio dinamico e vivace per pratiche progressive, sperimentazione e discorso critico.
Dal 23 ottobre i nuovi spazi della galleria a Roma presentano APHROS, la prima mostra personale di Ambra Castagnetti.
Nata a Genova nel 1993 la giovane Ambra vive e lavora a Milano dove sviluppa la sua ricerca artistica dopo una laurea in Antropologia e una in Arti Visive alla Nuova Accademia Belle Arti / NABA di Milano.
La pratica di Ambra Castagnetti si sviluppa attraverso la pittura, la scultura e il video e mira a rappresentare la vita quotidiana, le emozioni e le diverse apparenze della realtà, riflettendo le varie relazioni che gli esseri naturali, animali e umani stabiliscono con la vita.
Le opere in mostra condividono l’idea di un movimento continuo della materia, che delinea la prima ed embrionale mutazione dei corpi e le trasformazioni provocate dalle pratiche sociali e dagli spazi quotidiani.
Aphros, un essere marino che personifica la schiuma, dà il nome alla mostra, dove la materia è in continuo mutamento, somigliando al flusso informe delle onde.
Al centro dello spazio della galleria si trova la Tauromachia, un bronzo a forma di testa di toro che rivisita l’antica tradizione funeraria.
Adottando lo stesso processo di stratificazione della materia sulla forma originale, l’artista esplora nuovi modi di plasmare la realtà e reiterare la memoria.
Sulle pareti cinque pannelli in ceramica, Cheree Cheree, mostrano figure simili a serpenti che si snodano nello spazio per creare una composizione in cui rilievo, immagine e materia si fondono, dando vita a una sorta di sotterraneo torbido in continuo flusso.
La Serie Serpentine, invece, contraddice l’idea di libertà finora espressa dalla materia, attraverso le costrizioni imposte alla ceramica da corde, catene e cinture.