Con la mostra Un nuovo viaggio di Ben Sledsens si è inaugurata la sede romana della galleria olandese Tim Van Laere di Anversa
Tim Van Laere Gallery inaugura la sua nuova sede di Roma con la mostra BEN SLEDSENS. Un Nuovo Viaggio, fino al 3 febbraio
Con la mostra BEN SLEDSENS. Un Nuovo Viaggio la galleria olandese Tim Van Laere Gallery di Anversa ha inaugurato un suo spazio espositivo in Italia, presso lo storico palazzo Donalarelli Ricci situato in Via Giulia 98 a Roma.
Il titolo della mostra Un Nuovo viaggio è un’allusione dell’artista a un nuovo capitolo nella sua ricerca artistica, ma anche in quella della galleria.
L’opera di Ben Sledsens (Antwerp/Anversa 1991) offre uno sguardo al suo mondo immaginario, un’utopia in cui vuole vivere sè stesso.
Le sue composizioni accuratamente costruite e la loro vivace tavolozza di colori si aprono agli occhi dello spettatore e invitano a esplorare il mondo inesplorato della propria immaginazione.
Con la sua grande intuizione pittorica, Sledsens crea un intrigante puzzle di riferimenti usando costantemente motivi, temi e oggetti, costruendo un corpus riconoscibile e coerente di lavoro in cui si ingrandiscono, enfatizzano e idealizzano alcuni elementi della natura e il suo ambiente superando la nostra realistica percezione.
Al centro della sua ricerca artistica c’è una approfondita conoscenza della tradizione pittorica .
Si ritrovano così nelle sue interpretazioni del paesaggio richiami a lavori di Henri Matisse, Pierre Bonnard, James Ensor, Claude Monet, Henri Rousseau e Pieter Bruegel il vecchio.
Sledsens attribuisce grande importanza al potere del colore per evocare gli stati d’animo nello spettatore, risultando in un viaggio visivo di scoperta che può evocare diverse emozioni, ricordi e storie.
La natura è un tema centrale all’interno dell’opera di Ben Sledsens, ma i suoi paesaggi sono sempre composti dalla sua stessa immaginazione e non dipinti dalla realtà.
I suoi paesaggi non sono mai semplicemente lo scenario di fondo per le sue figure, ma fungono da elemento attivo che entra in dialogo con lo spettatore.
Circa le figure presenti nei suoi paesaggi, se si escludono le presenze della sua musa e fidanzata Charlotte de Geyter, tutti i personaggi sono composti in modo fittizio, messi in scena come “incontri casuali” con il paesaggio da un lato, con chi osserva l’opera dall’altro.
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