In mostra a Padova il padre della Pop Art con 150 opere che svelano i valori negativi della modernità.
Andy Warhol. Icona Pop
Dal 30 settembre il centro Culturale San Gaetano di Via Altinate presenta la mostra Andy Warhol. Icona Pop, oltre 150 opere tra disegni, fotografie, incisioni, serigrafie, sculture e postcards, un viaggio incalzante nell’eccentrico mondo di Warhol (1928 -1987), l’icona pop per eccellenza.
La mostra, curata da Simona Occioni, è organizzata da ARTIKA in collaborazione con Fondazione Mazzoleni e Città di Padova.
La mostra accompagna il visitatore in un viaggio nel mondo di Warhol, soffermandosi sulla rappresentazione che Warhol propone della società e della cultura americane.
Nel suo corpus di opere trovano spazio i marchi che popolavano l’immaginario pubblicitario diffuso negli Stati Uniti tra gli anni ‘60 e gli anni ’70: come l’iconica zuppa Campbell.
Accanto ai marchi, Warhol rappresenta le icone dello spettacolo, a cui spetta un trattamento analogo rispetto ai prodotti.
Il volto di Mick Jagger, di Sylvester Stallone o la star Marilyn sono “trattati” come prodotti di consumo rivestiti della medesima aura mistica con cui Warhol ripensa i suoi “oggetti” per trasformarli in un manufatto artistico.
Dopo la prima mostra a Los Angeles del 1962 stroncata dalla critica, l’ascesa di Warhol nello scenario dell’arte contemporanea è stata inarrestabile e la sua Factory è diventata un centro di attrazione in cui sono transitati i più grandi intellettuali e vip del momento, tutti desiderosi di farsi fare un ritratto da Andy.
Le opere della Pop Art sono espressione della cultura di massa, destinata a diventare l’oggetto principale dell’arte stessa.
I suoi elementi sono noti: cattivo gusto, volgarità, kitsch; inevitabili sottoprodotti di una globalizzazione sempre più massiccia.
Ma assimilazione del linguaggio pubblicitario, la ripetizione e l’uso di colori chiassosi diventano lo strumento di una profonda critica sociale, essi svelano la vera natura della modernità: l’indifferenza, il materialismo, la manipolazione mediatica, lo sfruttamento economico, l’irrefrenabile consumismo, il divismo e la creazione di falsi bisogni e false aspirazioni nelle masse.
Ma l’arte di Warhol non è soltanto critica alla società dei consumi (discorso che vale per la maggior parte degli altri artisti Pop); è anche attacco ai valori borghesi e all’establishment dell’Arte.
Con modalità dadaiste Warhol svela la superficialità del sistema a cui appartiene, attraverso la manipolazione delle immagini e la trasformazione del sé in un personaggio al limite del grottesco ma certamente uno dei principali protagonisti della rivoluzione dell’arte del secondo Novecento.