Nello spazio espositivo che fu sede della ex falegnameria dello Squero Fassi a ridosso di Fondamenta nuove, una mostra rende omaggio a Aldo Grazzi, recentemente scomparso
ALDO GRAZZI. Evanescenze – Mostra Venezia
VENEZIA –Spazio Berlendis Cannaregio 6301
Dal 20/05 al 29/10/202
Fino al 29 ottobre 2023 lo Spazio Berlendis di Venezia rende onore all’artista Aldo Grazzi recentemente scomparso, dedicandogli una mostra dal titolo Evanescenze, curata da Emanuela Fadalti e Matilde Cadenti con una serie dei lavori che l’artista ha realizzato tra il 1994 e il 2006.
Nato nel 1954 a Pomponesco nel mantovano, Aldo Grazzi viveva fra Venezia, dove all’Accademia di Belle Arti era stato docente di Pittura e di Tecniche Extramediali, e Perugia, la sua città di adozione da 30 anni.
Il suo percorso era iniziato negli anni Settanta, con un approccio alla concettualità che si declinava in varie forme (fotografia, video, pittura).
Parallelamente si era impegnato come musicista nella scena alternativa italiana, intessendo relazioni con le arti visive, in particolare esponendo in occasione del concerto del gruppo cult James Chance and the Contorsions e suonando con gruppi della scena musicale bolognese e con Stefano Castagna.
Negli anni Ottanta dall’incontro in Africa con l’arte della popolazione Masai, nascono anche le serie di lavori di perline a telai mentre la sua ricerca artistica si era intrecciata con il ruolo di curatore di eventi espositivi (da ricordare Rapido Fine, Traviata).
Era molto attivo nel mantovano, dove diresse anche il museo Virgilio.
Negli ultimi anni aveva però avvertito la necessità di sviluppare il suo percorso concentrandosi esclusivamente sul proprio fare estetico, appartandosi rispetto al clima di condivisione precedente.
Fondamentale per lui l’incontro con Emanuela Fadalti e Matilde Cadenti, animatrici a Venezia della Galleria Marignana Arte e dello Spazio Berlendis.
Con la mostra Evanescenze lo Spazio Berlendis espone lavori che l’artista ha realizzato utilizzando reti in fibra come supporto sul quale disegnare con le forbici figure e geometrie impalpabili e visionarie.
Alla base di questi lavori vi è una concezione di gesto artistico reiterato che, come un mantra, indaga ed esprime visivamente una meditazione sulla dimensione mistica e spirituale dell’esperienza umana. Le opere scelte per la mostra si rivelano in questo modo fondamentali per comprendere i linguaggi di una ricerca artistica complessa e multiforme che occupa un ruolo di assoluto rilievo nei percorsi dell’arte italiana degli ultimi decenni.