Il sarto Adriano Pallini ha avviato nella sua vita una delle più importanti collezioni private di pittura e scultura del Novecento
Adriano Pallini. Una collezione di famiglia – Mostra Milano

MILANO – Villa Necchi Campiglio Via Mozart, 14
Dal 24/05 al 08/10/2023
Fino all’8 ottobre 2023 negli spazi di Villa Necchi Campiglio, a Milano, è visitabile la mostra “Adriano Pallini. Una collezione di famiglia”, promossa dal FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano.
L’esposizione è incentrata sulla raccolta di opere d’arte di Adriano Pallini (1897-1955), il sarto che, dagli anni Venti, grazie al suo atelier in via dell’Orso a Milano, avviò una delle più importanti collezioni private di pittura e scultura del Novecento.
A cura di Paolo Campiglio, Roberto Dulio e Nicoletta Pallini Clemente, la mostra, il cui catalogo, edito da Skira, è introdotto da Elena Pontiggia, ne ripercorre la storia attraverso un selezionato e importante nucleo di opere.
Senza la pretesa di riproporre l’intero corpus di capolavori disperso nei principali musei e collezioni internazionali, l’esposizione presenta sui tre piani di Villa Necchi Campiglio, trenta opere significative alcune delle quali mai esposte.
Il percorso parte dal Ritratto di Adriano Pallini (1934) di Massimo Campigli, donato al FAI da Nicoletta Pallini Clemente.
A questo si aggiunge la rara sequenza dei ritratti di famiglia – Ritratto di Marta (1940), Adriana (1948) e Nicoletta (1949), moglie e figlie del collezionista – sempre dipinti da Campigli, un artista particolarmente legato ad Adriano.
Da segnalare, inoltre: Il poeta Cechov (1921-22) di Arturo Martini, Signora con pelliccia (1920) di Piero Marussig e O la borsa o la vita (1944) di Fortunato Depero, opere ormai entrate nella storia dell’arte del Novecento.
Molte sono poi le rarità quali una ceramica Busto oro e nero (1938) di Lucio Fontana; Cavallo (1948) di Giorgio de Chirico; una Natura morta (1940) di Filippo de Pisis con la dedica a Pallini sullo specchio; il famoso bozzetto in bronzo del Monumento al Duca d’Aosta di Arturo Martini; l’inedito Ritratto di Adriano Pallini (1939-40) di Achille Funi esposto alla Biennale del 1940; Composizione (1947) di Mauro Reggiani; una Natura morta di Mario Raciti; Albero (1955) di Corrado Cagli, tra le ultime opere acquistate dal collezionista prima della sua scomparsa.
La mostra non racconta solo la passione per l’arte di Pallini ma anche la sua attività professionale e, infatti, al primo piano della villa è riproposto l’atelier Pallini attraverso documenti originali, strumenti di lavoro come gessi e cartamodelli, le grandi forbici di Adriano e i libri delle misure, grandi agende in cui venivano annotate le taglie di tutti i clienti, compresi artisti e scrittori del tempo.