Una grande retrospettiva dell’artista tedesco interprete delle contraddizioni della Germania post-nazista e dello scontro tra Est-Ovest.
A.R. Penck
Dal 24 ottobre il Museo d’Arte di Mendrisio ospita la mostra dell’artista tedesco A.R. Penck (Dresda 1939 – Zurigo 2017).
- R. Penck è il nome pseudonimo di Ralf Winkler, scelto dopo la lettura dei libri del geologo Albrecht Penck, specialista dell’Era glaciale.
Pittore, scultore, artista precursore in controtendenza degli anni Sessanta e Settanta, quando l’arte era dominata dall’astrattismo sente i terribili bombardamenti nella sua città dell’ultima guerra mondiale e forse inconsciamente metabolizza questa esperienza infantile.
Vive nella Germania dell’Est e si unisce al fronte della contestazione.
Artista autodidatta, ha studiato filosofia, storia delle religioni, musica e scienze.
La sua disobbedienza alle richieste estetiche del regime socialista gli impedì di accedere alle accademie della città natale e di Berlino Est, perché considerato un sovversivo e un artista non tradizionalista.
Tuttavia, Penck è innegabilmente tra i più importanti artisti tedeschi della seconda metà del Novecento insieme a Baselitz, Lüpertz, Polke, Richter, Immendorff e Kiefer.
Penck ha saputo esprimere le contraddizioni della Germania post-nazista e del conflitto Est-Ovest mediante un linguaggio originalissimo seppur concepito nelle forme espressive tradizionali, come pittura, disegno e scultura.
In mostra oltre 40 dipinti di grande formato, 20 sculture in bronzo, cartone e feltro, oltre una cinquantina di opere su carta e libri d’artista.
Un progetto espositivo che ripercorre tutte le principali tappe del percorso creativo dell’artista tedesco.