A Trento le stranianti sculture lignee dell’artista gardesano Willy Vergine

Willy Verginer – Rayuela

Lo Studio d’Arte Raffaelli di Trento ha aperto la sua attività espositiva nel 1984 con una personale dell’artista trentino Tullio Garbari, dando così un preciso segnale su quella che sarebbe stata la linea della galleria negli anni a seguire: la pittura in tutti i suoi aspetti più contemporanei con particolare attenzione all’area regionale.

Presso la è possibile conoscere dal 15 ottobre 2020 l’opera di Willy Verginer, artista nato nel 1957 in Val Garden.

L’artista è conosciuto in particolare per le sue sculture in legno, che è materia viva e calda e rappresenta il principale mezzo di espressione dell’artista.

Verginer è infatti uno scultore in possesso di una elevata abilità tecnica nell’intagliare le sue figure, che raffigurano uomini, donne, bambini a grandezza naturale, figure che poi dipinge.

Il lavoro di Verginer si snoda attraverso un percorso scultoreo in cui protagonista principale è la materia lignea, un percorso che si confronta con diversi stadi del legno, indicati dalle parole ladine Odles, Steles, Paja, e Planadices e che portano l’artista a narrazioni sul filo dell’assurdo

Rayuela è la prima mostra personale allo Studio d’Arte Raffaelli di Trento di Verginer.

Viene proposta una nuova serie di lavori il cui tema ruota attorno al gioco del mondo/ Rayuela

Le opere sono ispirate al libro Rayuela/Il gioco del mondo dello scrittore, poeta, critico letterario, saggista e drammaturgo argentino naturalizzato francese, Julio Cortàzar.

Il libro racconta l’odissea, fra Parigi e Buenos Aires, di Horacio Oliveira, l’eterno studente argentino che si muove attraverso le città e l’esistenza, come attraverso le caselle del “gioco del mondo”.

Egli compie un viaggio, al tempo stesso reale e visionario, alla ricerca di sé nell’impossibile tentativo di dare un significato alla vita.

Le opere di Verginer delineano molteplici percorsi, in cui ogni pezzo è autonomo e al contempo legato agli altri, in un poetico gioco di rimandi dove lo spettatore è lasciato libero di orientarsi o perdersi.

Anche l’uso dei colori – su tutti il rosa, accattivante e fanciullesco – invita al compimento di un passaggio mentale, che si traduce in un invito a vivere con purezza e stupore.