Formatosi all’arte con la visione della vita quotidiana della gente nera di Harlem, ha poi scoperto un nuovo mondo nel paesaggio danese
WALTER WILLIAMS: a selection
ALEXANDRE GALLERY rappresenta ed espone artisti americani contemporanei ed è specializzata in opere di artisti americani dell’inizio del XX secolo, con un focus sul gruppo Stieglitz.
La galleria offre online, nella piattaforma di osservazione e contrattazione Viewing Room, una selezione di opere di Walter Williams.
Nato a Brooklyn nel 1920 e morto nel 1998, Walter Williams ha trascorso i suoi anni formativi socializzando con artisti e musicisti ad Harlem.
Dopo aver prestato servizio in Francia durante la Seconda Guerra Mondiale, ha iniziato la sua carriera artistica nel 1951 all’età di 30 anni, iscrivendosi alla Brooklyn Museum School of Art con il GI Bill.
Comincia a farsi conoscere nel 1953 con una collettiva al Whitney Museum e nel 1954 tiene la sua prima importante mostra personale.
Il lavoro di Williams ha sempre avuto un forte elemento connotato sociale e di protesta, in particolare nelle scene di vita nera nelle strade e nei jazz club di Brooklyn e Harlem intorno ai quali è cresciuto.
Nel 56 si trova a copenaghen un un viaggio di studio e rimane colpito dal paesaggio danese che lo porta, da allora, ad allontanarsi dalle rappresentazioni della vita quotidiana, per concentrarsi principalmente su scene di campagna e d’infanzia per tutta la durata della sua carriera
Nell’articolato e selvaggio linguaggio visivo di Walter Williams, le scene di fantasia infantile sono spesso disposte in delicate combinazioni di linee e colori audaci e morbidi, esprimendo lo splendore fervido e sognante di prati, girasoli, uccelli e farfalle svettanti.
Nei suoi paesaggi, una tavolozza vibrante e un’attenta stratificazione di xilografie e collage insieme a pennellate dettagliate attirano lo spettatore nella luminosità irreale di un’eterna giornata estiva scandinava.
Anche se non manca nelle sue opere un riferimento alla profonda sofferenza e all’ingiustizia umanità e , in alcune, una visione della vita completamente cupa, persino senza speranza.