Accademia di Francia Roma. Dal 10 giugno 2023 l’annuale mostra conclusiva dei borsisti di Villa Medici.
Accademia di Francia Roma – Una linea storta tesa – Villa Medici – Roma – Mostra collettiva – Dal 10 giugno 2023
UNA LINEA STORTA TESA
Fondata nel 1666 da Louis XIV, l’Accademia di Francia a Roma, con sede a Villa Medici, ha come missione fondante e centrale l’accoglienza di artisti, autori e ricercatori.
Beneficiando di una borsa di studio per la residenza, vivono e lavorano lì per un periodo che va da poche settimane a un anno. Questo al fine di perseguire un progetto artistico o di ricerca, realizzando così una mostra collettiva.
Nel corso della sua storia, l’Accademia ha accolto più di 2000 artisti. Tra questi ci sono Ingres (che divenne direttore nel 1835), Fragonard, Berlioz, Debussy, Carpeaux, Garnier e, in tempi più recenti, Marie Ndiaye, Jean-Michel Othoniel o Yan Pei-Ming.
Un tempo era rivolta agli artisti francesi. Oggi Villa Medici è un’istituzione poliedrica, che guarda all’Europa e al Mediterraneo.
Come luogo di residenza artistica, ogni anno Villa Medici accoglie quasi 30 residenti secondo una duplice azione:
- l’accoglienza di 16 borsisti, artisti, autori e ricercatori selezionati ogni anno attraverso un concorso.
I partecipanti ricevono un alloggio e uno studio per potersi dedicare per un anno al progetto che stanno realizzando a Villa Medici;
- l’accoglienza di residenti selezionati sulla base di un dossier per un periodo di alcune settimane.
Dal 10 giugno 2023 l’Accademia presenta l’annuale mostra conclusiva dei borsisti di Villa Medici dal titolo Una linea storta tesa.
Curata da Saverio Verini la mostra collettiva Una linea storta tesa presenta opere di Samir Amarouch, Mounir Ayache, Yasmina Benabderrahmane, Hortense de Corneillan, Lorraine de Sagazan. Ci sono inoltre Dorothée Dupuis, François Durif, Sivan Eldar, Marion Grébert, Bocar Niang. Tra gli artisti ci sono anche Lasseindra Ninja, Liv Schulman, Anna Solal, Sarah Vanuxem, Ariane Varela Braga, Laura Vazquez.
Il titolo della mostra vuole evocare il percorso della residenza: una traiettoria che comprende punti fermi e ripensamenti, un filo costantemente vivo, teso, agitato.
Durante il periodo trascorso in residenza, la ricerca dei borsisti prende strade inaspettate, procedendo attraverso deviazioni, incontri, imprevisti e sorprese che testimoniano la vitalità di questa esperienza.
La mostra, dunque, non si configura come una semplice restituzione dei progetti di ricerca presentati all’inizio della residenza, ma diventa un’occasione per mostrare il cammino compiuto dai borsisti durante il soggiorno a Roma. Non un punto d’arrivo, ma un passaggio momentaneo, vissuto tra oscillazioni e scoperte sorprendenti.
Il titolo suggerisce un’immagine paradossale, difficile da visualizzare, che restituisce le contraddizioni della residenza, tentando di riflettere anche la complessità delle proposte che animano il percorso espositivo.
Infatti, la mostra presenta una costellazione di interventi che tra installazioni artistiche, performance, letteratura, ricerche storiche, video, fotografia, musica, mette in evidenza i diversi indirizzi del gruppo dei borsisti. Si va dall’interesse per il paesaggio e le sue trasformazioni alle prospettive femministe. Si va inoltre dal potenziale affettivo e storico degli oggetti, al rapporto con Roma e gli spazi di Villa Medici, che fanno spesso da sfondo alle creazioni dei borsisti.
Sono questi alcuni dei temi che emergono dalle varie proposte in mostra. Tutte presentate secondo un ritmo che mette in luce affinità e divergenze tra gli interventi.