A Crema personale di Agostino Arrivabene, con una selezione di trenta opere tra dipinti, disegni e studi preparatori.
Superbia. Nelle profondità dell’hybris opere di Agostino Arrivabene
Con una mostra dedicata ad Agostino Arrivabene, il Museo Civico di Crema e del cremasco inaugura il 5 marzo la stagione espositiva 2022.
Nato a Rivolta d’Adda, Cremona nel 1967 Agostino Arrivabene si diploma nel 1991 all’Accademia di Brera e inizia subito la sua attività che abbraccia pittura, disegno e incisione.
La sua ricerca artistica è rivolta al recupero delle tecniche artistiche tradizionali, nella convinzione del valore del linguaggio dell’arte antica e della sua capacità di esprimersi anche nella contemporaneità.
Arrivabene crede nella potenza emotiva della figurazione che sviluppa nel disegno e nell’opera grafica con la dimensione essenziale del monocromo.
Una scelta che gli permette di raggiungere un dialogo più essenziale e ripulito da quell’ orror -vacui che aveva caratterizzato i suoi primi anni di formazione.
Nella mostra di Crema dal titolo Superbia. Nelle profondità dell’hybris, il nucleo principale dell’esposizione è formato dal trittico Le due morti, realizzato tra il 2020 e il 2022 e composto dall’omonimo dipinto e da due quadri inediti Usura e L’inaudibile II.
Inoltre, viene proposta anche la tavola Purgatorio, Canto XI (I Superbi), creata per il ciclo pittorico dedicato alla Divina Commedia di Dante Alighieri, fino a oggi inedita e qui esposta per la prima volta insieme agli studi preparatori.
La mostra è fondata sull’equilibrio della triade tematica superbia-usura-vanità, dentro le cui positive e negative locuzioni l’artista intende indagare una tensione al riconoscimento, alla confessione, alla riscossa e alla rinascita, anche in chiave cristiana ed escatologica.
La riflessione sulla superbia, intesa nei multiformi aspetti della hybris sia in ambito artistico che culturale, dall’antica Grecia ai giorni nostri, ha assunto un ruolo determinante nella poetica di Arrivabene dell’ultimo biennio.
La ritroviamo in una selezione di quattro opere del 2021 in cui l’argomento della superbia è connesso alla meditazione sulla vanità, sul narcisismo, sul peso delle proprie scelte, sugli usi della società contemporanea e sui modi di affrontare il presente, con uno sguardo agli esempi della tradizione che attraversano la storia della mitologia, della religione, dell’arte e della letteratura.
Completa l’esposizione un ciclo di opere che attinge agli esordi di Arrivabene dove l’artista si concentrava sulla figura dell’androgino, sulla simbologia nel mito e sulla trilogia, come emerge in alcune opere, tra cui pala lignea La custode dei destini del 1987, esposta per la prima volta al pubblico.
La complessità della ricerca artistica di Arrivabene viene ben rappresentata dalla mostra curata da Silvia Scaravaggi.