Una mostra che ricorda come, con la fotografia, gli oggetti invasero il mondo.
STILL LIFE PHOTOGRAPHS FROM THE STIFTUNG ANN UND JÜRGEN WILDE IN DIALOGUE WITH WORKS FROM THE SAMMLUNG GOETZ
Con la mostra Still Life la Pinacoteca d’arte Moderna di Monaco allarga l’attenzione alla fotografia, un mezzo che ha subito enormi cambiamenti nella sua estetica e ricezione, in particolare negli ultimi 100 anni.
Già nella prima metà del XIX secolo si possono trovare esempi di fotografie che mostrano disposizioni di oggetti come, ad esempio, l’immagine di un armadio pieno di bicchieri, o quella con cesti di frutta in The Pencil of Nature (1844) di William Henry Fox Talbot.
Nella prima metà del XX secolo, rispondendo al ruolo crescente della tecnologia e della meccanizzazione nella vita di tutti i giorni, la fotografia iniziò a preoccuparsi di riprodurre – con perfezione tecnica – le tessiture superficiali e la qualità materica degli oggetti, allargando il suo raggio d’azione a quello industriale e fotografia commerciale.
Albert Renger-Patzsch, uno dei più importanti protagonisti della fotografia della Nuova Oggettività, è riuscito a catturare “l’essenza degli oggetti” con mezzi puramente fotografici.
All’incirca nello stesso periodo, Florence Henri, membro del movimento New Vision (Neues Sehen), abbandonò ogni aspirazione a dettagli intricati e precisione tecnica per sperimentare specchi, montaggi e modi per “defamiliare” visivamente i soggetti.
Le sue composizioni soggettivamente migliorate fanno emergere le qualità surreali ed enigmatiche e il potere suggestivo degli oggetti.
Questa tensione tra l’autonomia delle cose reali e un significato sovrastante più grande continua a influenzare la fotografia di oggi.
Le fotografie di Wolfgang Tillmans esplorano le caratteristiche poeticamente astratte sia delle costellazioni casuali quotidiane che degli arrangiamenti composti.
Trasmettendo una narrazione specifica per il tempo e allo stesso tempo riflettendo e commentando il mezzo stesso, gli scatti affrontano questioni di colore, forma, luce e materialità del mezzo come immagini su carta sui muri e sondano i confini tra la fotografia e altre forme d’arte.
La mostra propone 13 opere selezionate di Florence Henri e Albert Renger-Patzsch dai fondi della Stiftung Ann und Jürgen Wilde e tre grandi opere di Wolfgang Tillmans della Sammlung Goetz.