Una mostra e un libro ideati e curati da Francesca Pola in collaborazione con Archivio Piero Dorazio
SPACES OF LIGHT. PIERO DORAZIO and the International ZERO Movement
Cortesi Gallery è stata fondata nel 2013 a Lugano dalla famiglia Cortesi.
La galleria è specializzata in movimenti artistici europei dagli anni ’50 ai giorni nostri.
Nel 2015 Cortesi Gallery ha aperto una seconda sede a Mayfair, Londra e due anni dopo ha inaugurato una terza sede a Milano.
Cortesi Gallery si caratterizza per la volontà di realizzare progetti di alto livello spesso in collaborazione con specialisti del settore, come curatori esterni, ricercatori, archivi di artisti e fondazioni.
Il programma espositivo riflette l’esperienza della galleria esponendo importanti mostre con artisti del Gruppo ZERO, New Tendencies, Optical, Kinetic, Conceptual e Minimal Art.
La mostra SPAZIO DI LUCE. Piero Dorazio e il movimento internazionale ZERO si concentra sulle connessioni tra l’artista astratto italiano del dopoguerra Piero Dorazio (Roma, 1927 – Perugia, 2005) e il movimento ZERO.
ZERO era una rete di artisti europei, che alla fine degli anni ’50 voleva cambiare radicalmente la visione dell’arte.
Pioniere indiscusso dell’astrattismo del dopoguerra già dagli anni Quaranta, Dorazio si afferma negli anni Cinquanta come figura chiave nel contesto italiano ed europeo.
Dorazio aveva una visione poetica e un linguaggio visivo molto personali e distintivi, incentrati su una ridefinizione della pittura attraverso un nuovo significato di luce, colore, spazio e struttura.
Appartenenti alla sua stessa generazione e particolarmente attivi in Germania, Olanda e Belgio, gli artisti ZERO hanno inteso superare l’identità gestuale e soggettiva dell’arte Informale, per ridefinire un rapporto più oggettivo e diretto dell’arte con il mondo.
Hanno realizzato superfici monocrome, texture, griglie; sequenze e raccolte di oggetti di uso quotidiano; macchine realizzate con rottami metallici o nuovi prodotti industriali; oggetti che modulavano, riflettevano o proiettavano la luce, installazioni spaziali.
Queste opere non erano pensate per riflettere lo stato d’animo del loro creatore, ma piuttosto per aumentare la percezione e la consapevolezza dell’osservatore dei fenomeni fisici, come la luce e il movimento, concentrandosi su questioni come struttura e vibrazione: tutti aspetti che sono cardine anche nella pittura pionieristica di Dorazio di questi stessi anni.
Il progetto intende evidenziare queste connessioni, sia in termini storici che poetici, per aggiungere un capitolo originale e significativo alla comprensione e alla conoscenza dell’arte europea degli anni Cinquanta e Sessanta.