I disegni di un giornalista che usa la penna per gli appunti degli articoli ma anche per disegni che riportano le sensazioni interiori di Garzillo di fronte ai fatti.
SALVATORE GARZILLO, C’ero una volta
Fondata nel 2007 a Milano, la Galleria Patricia Armocida si propone di presentare opere innovative e di sostenere il talento di artisti affermati ed emergenti, sia italiani che internazionali.
Il suo vasto programma riflette le diversità e il fermento all’interno della scena artistica contemporanea in termini sia di idee che di pratiche.
Dal 21 ottobre la galleria ha aperto i suoi spazi per due mostre che si tengono in contemporanea nella galleria.
Una è Lost in strokes dell’artista milanese Luca Barcellona, la seconda C’ero una volta dell’artista napoletano Salvatore Garzillo.
La scheda in oggetto si riferisce alla mostra di Salvatore Garzillo.
Salvatore Garzillo, in arte Salgar, é nato e cresciuto a Napoli, da dieci anni lavora a Milano.
È un giornalista di cronaca nera dell’Ansa e di Fanpage.it, ha sempre due penne in tasca e disegna ovunque, scontrini compresi.
I disegni migliori sono nel quaderno che porta con sé in commissariati, caserme e scene del crimine, sopra le pagine fitte di appunti dei casi di cronaca che segue quotidianamente.
In C’ero una volta, titolo della sua prima mostra personale, presenta una selezione di disegni degli ultimi anni realizzati su diversi supporti: tovagliolini dei bar, biglietti della metro, scontrini, cartine geografiche e, naturalmente, pagine dei suoi preziosi taccuini.
Sono finestre sull’umanità più varia, a volte registrata con uno stile efficace, veloce per cogliere l’attimo di un’espressione, come fossero delle istantanee, a volte a colori con uno stile più accurato in cui si ferma a guardare le stranezze del genere umano con indulgente sarcasmo o con partecipato affetto.
Ironico e divertente, i suoi disegni sono sempre accompagnati da un titolo che è sostanziale per la loro lettura.
Grazie a questo, le figure umane, gli animali e le situazioni quotidiane assumono un significato inedito.
Ogni opera comunica sensazioni ed emozioni diverse: scherni, derisioni, piaceri ma anche pensieri, dubbi, indecisioni e domande esistenziali.
I testi scritti a mano rivelano una capacità dell’autore di cogliere con straordinaria sensibilità momenti delle più svariate, ma anche crude, situazioni quotidiane che lo circondano sempre attraverso il gradevole filtro dell’ironia.
Ci mostra le assurdità del terrorismo o della democrazia, della civiltà e dell’inciviltà, trovando ovunque motivi per le sue divertite riflessioni.
Il suo è un resoconto a metà tra il reportage e il diario autobiografico.
Le sue opere vanno osservate, comprese e godute.
Sono intime narrazioni dal sapore universale che, mostrandosi per la prima volta, chiedono ai propri spettatori di farsi a loro volta partecipi delle storie che raccontano.