A Londra la mostra retrospettiva di uno dei più noti rappresentanti della Land Art nordamericana.
Robert Smithson Hypothetical Islands
Goodman Gallery di Londra annuncia la prima mostra di Robert Smithson alla Gallery, irealizzata in collaborazione con Holt / Smithson Foundation e aperta dal 5 novembre al 19 dicembre 2020.
Nato a Passaic, nel New Jersey, Robert Smithson (1938-73) è certamente uno dei più noti esponenti della land art nordamericana.
Con il suo lavoro e le sue teorie sul rapporto dell’arte con l’ambiente, Smithson ha influenzato successive generazioni di artisti .
Le sue ricerche e i suoi studi come critico, incentrati sugli aspetti diversi del territorio e sui possibili interventi su di esso hanno fertilizzato il terreno su cui è cresciuta l’arte contemporanea.
Inizia la sua esperienza artistica come pittore, influenzato soprattutto dalla pop art, ma poi si avvicinerà ai minimalisti con un tipo di scultura che studiava i riflessi e le strutture cristalline.
Egli introdusse nell’arte il concetto di entropia, fondamentale nel suo lavoro, intesa come la ricerca di un equilibrio tra opposti quale l’ordine e il caos, la distruzione e il rinnovamento, i luoghi e non-luoghi (non sites).
Da qui iniziano i suoi possibili interventi sul luogo con un lavoro che prende le mosse dall’azione di trasformazione di un contesto, affiancato dalla documentazione fotografica di un ambiente, naturale o meno, di cui era possibile esporre reperti (rocce, vetri, terra) nelle gallerie.
Sono famosi i suoi famosi earthworks / interventi sul contesto come Asphalt Rundown, realizzato in Italia nel 1969, Partially Buried Woodshed (1970), la gigantesca Spiral Jetty (1970) sul Great Salt Lake nello Utah, Broken Circle/Spiral Hill (1971).
Di grande importanza sono stati poi i suoi studi sul Central Park di New York e sulla landscape architecture, in cui si proponeva costantemente il parallelo/confronto tra il ‘pittoresco’ del XIX° secolo e la realtà del contesto fisico degradato, prima della costruzione del parco stesso.