Raffaello e gli amici di Urbino” è promossa ed organizzata dalla Galleria Nazionale delle Marche, diretta da Peter Aufreiter, ed è curata da Barbara Agosti e Silvia Ginzburg
RAFFAELLO E GLI AMICI DI URBINO
URBINO – Galleria nazionale delle Marche
Palazzo Ducale di Urbino – Piazza Rinascimento 13
Fino al 19 gennaio 2020
Raffaello Sanzio (Urbino 1483 – Roma 1520) è certamente uno dei più grandi maestri dell’arte di tutti i tempi: il suo genio ha lasciato un segno indelebile nel Rinascimento italiano e ha condizionato lo sviluppo del linguaggio artistico dei secoli successivi, spingendo molti a dipingere alla “maniera” di Raffaello tanto da creare una scuola definita “Manierismo”
La vita di Raffaello Sanzio fu breve e completamente dedicata all’arte.
Considerato un ragazzo prodigio dell’arte perché a 17 anni, dopo essere stato allievo di Perugino, era già maestro d’arte e in grado di gestire le prime importanti commissioni e trasformando ben presto la sua bottega in una un’impresa con decine di aiutanti, capace di produrre opere di ogni tipo.
Raffaello è morto a Roma il 6 aprile 1520 e i suoi resti riposano al Panteon. Il 2020 sarà quindi dedicato alla celebrazione dei 500 anni dalla morte.
La mostra, che può essere considerata la naturale anteprima delle manifestazioni che nel 2020 saranno dedicate a Raffaello, indaga e racconta il mondo delle relazioni di Raffaello con un gruppo di artisti operanti ad Urbino che accompagnarono, in dialogo con la sua arte anche se in forma indiretta e da posizioni differenti, la grande trasformazione che coinvolse la cultura figurativa italiana nel passaggio tra il Quattro e il Cinquecento.
Peraltro, Urbino non fu solo terra natale ma anche fertile ambiente di raffinata formazione artistica per Raffaello.
La corte di Urbino, grazie alla committenza dei Montefeltro, divenne infatti verso la fine del Quattrocento epicentro delle migliori espressioni artistiche contemporanee, testimoniate dalla presenza di opere di
- Piero della Francesca
- Luciano Laurana
- Francesco di Giorgio Martini
- Antonio del Pollaiolo
INFO
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