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Angelo Tabaro

Angelo Tabaro

Venezia. Inaugurato il nuovo allestimento della Loggia Palladiana alle Gallerie dell’Accademia

Sono 50 le opere d’arte che raccontano un periodo importante dell’arte veneta e italiana dal Cinquecento al Seicento

Venezia. Inaugurato il nuovo allestimento della Loggia Palladiana alle Gallerie dell’Accademia

 

Riallestimento Loggia Palladiana alle Gallerie dell'Accdemia
Giulio Manieri Elia, Direttore delle Gallerie dell’Accademia, e Luigi Brugnaro, Sindaco di Venezia, all’inaugurazione del riallestimento della loggia palladiana. Materiale stampa

 

Il 16 marzo 2023 il Direttore della Gallerie dell’Accademia di Venezia, Giulio Manieri Elia, alla presenza del Sindaco di Venezia, ha inaugurato il nuovo allestimento della storica Loggia delle Gallerie progettata nel ‘500 da Andrea Palladio. All’evento erano presenti un folto pubblico di esponenti del mondo della cultura e dell’arte non solo veneziani.

La loggia era stata riaperta al pubblico già nell’aprile 2021, dopo un restauro durato due anni.

Da allora però aspettava un riallestimento che migliorasse l’offerta delle Gallerie.

La Loggia Palladiana ora è stata riallestita con 50 opere d’arte, tra cui alcune presentate per la prima volta, che raccontano un periodo importante dell’arte veneta e italiana, che va dai primi decenni del Cinquecento fino ai primi anni del Seicento.

Il riallestimento delle sale al primo piano (dalla XII alla XVI), è stato condotto secondo il progetto scientifico curato da Roberta Battaglia e Giulio Manieri Elia, con la collaborazione di Michele Nicolaci. Esso segna, dopo il riallestimento dell’intero piano terra (sale 1-13) e delle sale del Rinascimento al primo piano (sale VI-XI), un ulteriore significativo passo avanti nella revisione complessiva del percorso del museo.

Nel suo intervento il direttore ha evidenziato le caratteristiche del riallestimento ringraziando tutti i collaboratori che vi hanno lavorato, a vario titolo e con le più diverse mansioni, per un risultato che è stato apprezzato dal pubblico.

In primo luogo, il grande corridoio della Loggia (sala XII) si presenta arricchito da una sequenza ritmica e suggestiva di dipinti di Bonifacio de’ Pitati detto Bonifacio Veronese (Verona 1487-1553). Segna un rinnovato approccio alla prolifica e rilevante produzione dell’artista veronese che nel secondo quarto del Cinquecento diresse una delle più affermate botteghe veneziane del tempo con l’incarico prestigioso di realizzare le tele per le decorazioni del Palazzo dei Camerlenghi a Rialto.

Da quel Palazzo provengono infatti alcune significative tele in mostra, tra cui la scena della ‘Strage degli Innocenti’,  ‘L’Annunciazione‘ e ‘il Padre Eterno sopra piazza San Marco’, che raffigura la veduta “a volo d’uccello” di piazza San Marco a Venezia.

Tra le piacevoli sorprese che riserva questa nuova presentazione della collezione vi sono, sempre di Bonifacio, il ‘Redentore e gli apostoli’ e la ‘Madonna dei Sartori’, prima sua opera firmata e datata, entrambe ravvivate da un apposito intervento di manutenzione.

Bonifacio de’ Pitati è un artista poco noto al vasto pubblico ma per la sua capacità di “narratore” e la qualità nell’esecuzione merita la visibilità che le Gallerie hanno inteso dedicargli.

Peraltro, esiste un legame particolare tra questo autore e le Gallerie dell’Accademia: quando a metà del Settecento nascevano le Gallerie, il primo acquisto fu proprio un’opera di Bonifacio de’ Pitati.

Dal lungo corridoio si accede poi alle sale XIII, XIV e XIV a che presentano la caratteristica comune di spostare l’attenzione dalle botteghe della città lagunare agli artisti attivi nei territori della Serenissima.

La sala XIII offre un emozionante excursus sui protagonisti del Rinascimento tra Venezia, Brescia e Bergamo, con dipinti di Savoldo, Romanino e Moretto.

Il visitatore si immerge nel clima religioso della Brescia dei primi decenni del Cinquecento con suggestive opere devozionali.

Il lungo soggiorno lombardo di Lorenzo Lotto, veneziano di nascita, giustifica la collocazione all’interno di questa sala del suo straordinario ‘Ritratto di giovane’, ricollocato qui dalla sala IX. Questo per aumentarne la visibilità e dare all’opera la posizione di rilievo che merita, coerentemente con il percorso della loggia.

Le successive sale XIV e XIV vengono, per la prima volta nella storia del museo, interamente dedicate a Jacopo Bassano e alla sua fiorente bottega, gestita dai figli Francesco e Leandro.

Un’importante selezione di capolavori quali ‘San Dionigi tra i santi Eleuterio e Rustico riceve la comunione’ e ‘San Girolamo e la Madonna in gloria’, raccolti insieme per la prima volta, sono arricchiti ulteriormente dall’arrivo de ‘Il miracolo dell’acqua‘, eccezionale tela in prestito dal Castello Reale di Varsavia fino al 17 maggio 2023.

Tra gli esempi più riusciti della produzione della bottega, mai esposta prima d’ora, una splendida e sensuale ‘Lucrezia’ di Leandro.

Alla fine del percorso della Loggia Palladiana le sale XV e XVI offrono un’esemplificazione del panorama artistico lagunare di tardo Cinquecento e primo Seicento. Un periodo dominato dalla rielaborazione della grande tradizione cinquecentesca di Tiziano, Veronese, Tintoretto, di cui si fanno principali interpreti Palma il Giovane e Padovanino.

Eloquente degli stretti rapporti intrecciati nel secondo decennio tra Padovanino e Palma il Giovane è il confronto tra le opere dei due artisti sul medesimo tema del ‘Cristo morto sorretto da angeli’, suggestivamente accostate.

Un nuovo allestimento della Loggia Palladiana permette di offrire al pubblico opere precedentemente non disponibili per indisponibilità dello spazio. Si auspica che il progetto delle Grandi Gallerie dell’Accademia, che si può considerare avviato nel 2004 con la totale disponibilità del piano terra del complesso a seguito del trasferimento ad altra sede delle aule didattiche e dei laboratori dell’Accademia di Belle Arti e continuato con i lavori di restauro successivi, arrivi presto a compimento.

Oggi le Gallerie dell’Accademia ospitano una straordinaria collezione di dipinti veneziani che vanno dal 1200 bizantino attraverso il gotico fino a raggiungere gli artisti del Rinascimento come Bellini, Carpaccio, Giorgione, Veronese, Tintoretto e Tiziano fino a Giambattista Tiepolo e i vedutisti del 1600, Canaletto, Guardi, Bellotto, Longhi.

Accanto a questi artisti che hanno influenzato la storia della pittura europea, molti altri sono in mostra, meno famosi ma non certo meno importanti per la storia dell’Arte.

L’offerta delle Gallerie può crescere e migliorare ancora, come dimostra il nuovo allestimento della loggia Palladiana.

Ma Venezia è città con un numero incredibile di chiese e di siti che conservano capolavori di molti dei maestri presenti in galleria.

Il caso della scuola grande di San Rocco con Tintoretto o della scuola dei Carmini con Tiepolo, sono certo i più noti ma non certo gli unici. Le gallerie dell’Accademia potrebbero allora diventare il punto di riferimento per quanti desiderano conoscere il patrimonio artistico della città lagunare inserendo nella scheda illustrativa di ogni opera in mostra l’indicazione delle opere dello stesso autore distribuite nella città.

Così chi volesse conoscere meglio Palma il Giovane, sarebbe indirizzato alla straordinaria Sacrestia Pio II della chiesa dei Gesuiti e ammirare gli oltre venti teleri che rivestono pareti e soffitto, come pure la sacrestia vecchia della Chiesa di San Giacomo dell’Orio, e in tanti altri siti in città.

È solo un esempio ma lo stesso vale per gran parte degli artisti presenti negli spazi espositivi delle Gallerie dell’Accademia.

Gli strumenti per fornire tutte queste informazioni senza appesantire le schede ci sono.

Auguro buon lavoro a tutto lo staff qualificato che, assieme alle opere, rende le Gallerie dell’Accademia di Venezia uno dei Musei più importanti a livello internazionale per qualità dell’offerta.

 

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