I Don’t Like You Very Much/ Non mi piaci molto è la mostra in cui Monica Bonvicini ripropone a Graz i temi come distruzione, disastri naturali e crisi climatica uniti alla riflessione sull’identità sessuale e di genere.
MONICA BONVICINI I Don’t Like You Very Much
Dal 22 aprile il Kunsthaus di Graz presenta la mostra I Don’t Like You Very Much di Monica Bonvicini.
Nata a Venezia nel 1965 Monica Bonvicini è artista di fama internazionale stabilitasi a Berlino, dopo un ricco percorso di studi: ha studiato Arte a Berlino e alla Cal Arts di Valencia, in California.
La sua fama si è consolidata nel 1999 quando è stata premiata alla Biennale arte di Venezia con il Leone d’oro, cui sono seguiti poi: la Preis der Nationalgalerie für junge Kunst dello Staatliche Museen zu Berlin (2005), il Premio Hans Platschek per l’arte e la scrittura (2019) ed il Premio Oskar Kokoschka (2020).
La mostra di Monica Bonvicini per la Kunsthaus Graz è incentrata sui temi che stanno al centro della ricerca dell’artista: l’approfondimento dell’architettura, della letteratura e della costruzione dell’identità sessuale e di genere.
Non mancano poi nella sua ricerca distruzione, disastri naturali e crisi climatica presenti nella serie fotografica Where Air Dwells del 1992 e nella serie di grandi disegni in bianco e nero, Hurricanes e altre catastrofi degli ultimi 15 anni.
A Graz Monica Bonvicini ripropone anche la scultura architettonica di grandi dimensioni As Walls Keep Shifting, già presentata all’OGR di Torino.
Una struttura in uno stato di completo e calcolato disastro: metà di una casa familiare ricostruita in scala 1:1 è sparpagliata nello spazio espositivo, come se un uragano fosse appena passato e avesse fatto a pezzi la struttura.
Ad accompagnare la struttura di As Walls Keep Shifting, è installata una stampa di grandi dimensioni composta da collage di pubblicità e calendari contenetti un mix di corpi nudi.
Desideri e ambizioni, nonché l’uso dei corpi come merce è un tema chiave per l’artista, che ha anche esplorato questi problemi in opere su carta.
La mostra al Kunsthaus Graz inizia con l’opera video I See a White and Blue Building (2020), che fornisce anche la colonna sonora di tutte le installazioni presenti.