La Minimal Art nata negli Stati Uniti negli anni Sessanta era animata dall’idea di un’arte vissuta e compresa da tutti allo stesso modo e senza una conoscenza preventiva.
MINIMAL ART KÖRPER IM RAUM
Nel cuore di Amburgo, proprio accanto al municipio sull’Alter Wall, il Bucerius Kunst Forum propone quattro mostre all’anno con opere d’arte su temi dall’antichità ai giorni nostri.
È un luogo di scambio e di incontro in tutti i settori delle belle arti che, in pochi anni, ha conquistato la fiducia dei più importanti musei del mondo e può contare sui loro preziosi prestiti.
Dal 12 febbraio il Bucerius ospita la mostra MINIMAL ART – KÖRPER IM RAUM.
Vengono proposte opere dei padri fondatori americani della Minimal Art degli anni Sessanta, prestiti di musei tedeschi e collezioni private come la Christoph Seibt Collection Contemporary Art, Amburgo.
Un linguaggio formale ridotto, l’uso di materiali di fabbricazione industriale e un alto grado di estetica della superficie sono i tratti distintivi degli artisti della Minimal Art, animati dall’idea di una democratizzazione dell’arte, secondo la quale l’arte può essere vissuta e compresa da tutti allo stesso modo e senza una conoscenza preventiva.
MINIMAL ART – KÖRPER IM RAUM/BODY IN SPACE si concentra su diciassette opere iconiche di Carl Andre, Dan Flavin, Donald Judd, Sol LeWitt, Robert Morris, Imi Knoebel, Charlotte Posenenske, Gerold Miller, Frank Gerritz e Jeppe Hein per denotare ciascuno degli oggetti espansivi da regalare spazio appropriato.
La selezione delle opere paradigmatiche rende comprensibili sia i tratti essenziali della Minimal Art sia i tratti caratteristici dell’opera dei rispettivi artisti.