Fuso orario , mostra personale di Letizia Cariello, l’artista che insegue le tracce del tempo
LETIZIA CARIELLO. FUSO ORARIO
Aperta nel 1973 ,con una mostra degli acciai specchianti di Michelangelo Pistoletto, la Galleria Studio G7 accoglie subito arte d’avanguardia, italiana e internazionale, con occhio particolare alla Pop Art americana e inglese.
Da allora notevole è il numero di artisti, espressione delle ricerche più innovative presenti nel mondo dell’rte che hanno frequentato la galleria.
Nell’aprile 2017 lo Studio G7 ha celebrato i 44 anni di attività realizzando negli spazi del MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna, una retrospettiva capace di ripercorrere la propria storia e di sottolineare come ogni artista sia stato fondamentale nel percorso e nella definizione di quello che è il modo di fare arte contemporanea della Galleria e della sua fondatrice, Ginevra Grigolo.
Dal 10 aprile 2021 la Galleria presenta Fuso orario una mostra personale dell’artista ferrarese Letizia Cariello.
Nata a Copparo nel 1965 , Cariello laureata in Storia dell’Arte all’Università di Milano e diplomata in Pittura all’Accademia di Brera, vive e lavora a Milano, dove attualmente insegna Disegno Anatomico all’Accademia di Brera.
La ricerca di Letizia Cariello esplora attraverso diversi media (disegno, installazione, fotografia, scultura e video) la relazione fra spazio interno e spazio esterno.
Il tentativo di intercettare la consistenza materiale del tempo si concentra nell’inseguimento delle tracce che il tempo lascia, segnandolo in scrittura (Calendari), oggetti e materia
In mostra a Bologna l’opera Volumi grande installazione realizzata a parete; disposti secondo uno schema stellare che traccia una mappa del cielo che rinvia all’incontro tra Saturno e Giove.
I Volumi rappresentano idealmente l’interazione tra i sette diversi piani sottili della natura umana, qui esplorati secondo i singoli colori che ne rendono manifesta la radiazione luminosa.
Le diverse componenti di questa istallazione riportano al concetto di tempo, inteso come controllo sull’esistenza, che si annienta nel confronto con l’inconscio e con l’incertezza di un mondo spirituale che può solo essere percepito.
Lo stesso lo schema della congiunzione Giove-Saturno si ritrova anche nell’altra istallazione, realizzata specificamente per la mostra, Sistema sottile.