Una mostra che presenta quasi 180 opere e più di 80 artisti, per mettere in luce le ricche collezioni surrealiste e post-surrealiste dei musei francesi e americani e delle collezioni private.
Le Surréalisme dans l’art américain
Fu nel 1640, in seguito all’editto reale sulla “reclusione dei poveri e dei mendicanti”, che la città di Marsiglia decise di costruire la Vieille Charité, per accogliere i mendicanti.
Oggi quegli edifici realizzati dall’architetto Pierre Puget , ospitano attività culturali della città di Marsiglia.
Fino al 26 settembre viene proposta la mostra Le Surréalisme dans l’art américain.
La mostra ripercorre la storia della presenza di una corrente surrealista nell’arte americana, dagli anni ’30 alla fine degli anni ’60.
Infatti, negli anni Trenta gli artisti newyorkesi furono travolti dall’arrivo in esilio dei surrealisti parigini che hanno lasciato un loro segno sulla formazione e lo sviluppo di un’arte veramente americana, l’espressionismo astratto.
La mostra apre con la presenza a Marsiglia, nel 1940-1941, di un gruppo di artisti surrealisti attorno ad André Breton in attesa di un’imminente partenza per gli Stati Uniti.
Riuniti a Villa Air-Bel o di passaggio, Victor Brauner, Max Ernst, Jacqueline Lamba, André Masson o Wilfredo Lam formano un gruppo compatto che, in attesa di visti per il nuovo mondo, partecipa a esperienze collettive e crea insieme le famose Jeu de Marseille.
Mentre l’arrivo di alcuni di questi artisti a New York continua a essere descritto come una rivelazione per i giovani artisti locali, l’esposizione mostra che, fin dai primi anni ’30, sia sulla costa orientale che sulla costa occidentale, le opere surrealiste erano esposte e apprezzate e godevano grande popolarità.
La presenza degli artisti surrealisti europei negli anni della guerra ispira giovani artisti locali, dando vita così a un surrealismo transatlantico che rinnova le sue forme e pratiche, con due varianti che via via divergeranno: un percorso figurativo e un percorso astratto.
Il surrealismo figurativo transatlantico, rappresentato da artisti come Dalí, Cornell, Man Ray, Yves Tanguy, Kay Sage o la regista Maya Deren, ha una dimensione profondamente onirica, che amalgama alcuni promotori del fantastico neo-romanticismo come Pavel Tchelitchew.
Il surrealismo astratto transatlantico, di cui uno dei principali protagonisti, Arshile Gorky, è definito da Breton un surrealista a sé stante ed è per questo oggetto di un focus particolare in mostra, con importanti dipinti e disegni.
Sono in mostra opere surreali di espressionisti astratti canonici: Robert Motherwell, Barnett Newman, Jackson Pollock, Mark Rothko, David Smith o Clyfford Still, accanto ai dipinti semi-astratti di Miró che li hanno influenzati.
Una mostra che offre nuove letture sull’ Espressionismo Astratto Americano.