L’arte per l’arte. Dipingere gli affetti

L’arte per l’arte. Dipingere gli affetti. La pittura sacra a Ferrara tra Cinque e Settecento

L’arte per l’arte. Dipingere gli affetti

FERRARA – Castello Estense
Largo castello – Ferrara
Fino al 26 dicembre 2019

 

L’arte per l’arte . Dipingere gli affetti. La pittura sacra a Ferrara tra Cinque e Settecento
L’arte per l’arte . Dipingere gli affetti. La pittura sacra a Ferrara tra Cinque e Settecento

 

Torna al Castello Estense di Ferrara “L’arte per l’arte”.

L’arte per l’arte . Dipingere gli affetti

Il progetto del Comune di Ferrara è stato promosso in collaborazione con la Fondazione Ferrara Arte.

Dedicato alla valorizzazione del patrimonio storico e artistico della città.

Un viaggio nel tempo affascinante e sorprendente dal tramonto del dominio Estense fino al secolo dei Lumi.

Fino al 26 dicembre le sale dell’ala sud e dei Camerini del Castello ospitano infatti la quadreria di proprietà dell’ASP, Centro Servizi alla Persona, depositata presso i Musei di Arte Antica.

Si tratta di un vero e proprio capitale artistico, pressoché sconosciuto eppure di grande rilevanza storica, che l’esposizione al Castello mira a restituire al grande pubblico.

Sono in mostra opere di due importanti protagonisti della rivoluzione naturalistica di inizio Seicento.

L’arte per l’arte. Dipingere gli affetti

Ippolito Scarsella detto Scarsellino e Carlo Bononi i quali concorsero a rendere Ferrara uno dei più intriganti centri artistici dell’epoca.

Ma anche personalità cronologicamente precedenti o parallele come il Bastarolo, Gaspare Venturini, molto attivo per i duchi e per committenti religiosi, Giuseppe Caletti, curiosa figura di artistamaledetto, Giuseppe Avanzi, pittore di mediazione e altri ancora.

L’arte per l’arte. Dipingere gli affetti

Il titolo della mostra “Dipingere gli affetti“? ha una doppia evocazione simbolica.

La prima riguarda l’incidenza del Concilio di Trento che delegava all’arte il compito di mediare tra il fedele e la religione, tra il visibile e l’invisibile, attraverso forme naturalistiche, emotive e familiari, nelle quali l’uomo del Sei e Settecento si potesse riconoscere.

La seconda attiene alla vocazione umanitaria che animava i luoghi da cui esse erano originariamente collocate: altari, cappelle e ambienti di istituti religiosi che ponevano al centro del loro operare l’aiuto aorfani, indigenti, bisognosi o donne in difficoltà.

 

ORARI

Tutti i giorni dalle ore 9.30 alle ore 17.30

 

INFO

http://www.castelloestense.it

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