In mostra a Palazzo Fava uno spaccato della pittura emiliana dal Quattrocento al primo Ottocento presente nella collezione dell’imprenditore Michelangelo Poletti.
La Quadreria del Castello. Pittura emiliana dalla Collezione di Michelangelo Poletti
Palazzo Fava, edificio medievale la cui struttura attuale risale al Rinascimento è stato acquistato nel 2005 dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, completamente restaurato e riconsegnato alla città come Palazzo delle Esposizioni.
Oggi è una delle sedi espositive di Genius Bononiae, Musei nella Città, percorso culturale, artistico e museale, nato per iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, e articolato in palazzi storici restaurati e riaperti al pubblico, situati nel cuore di Bologna.
Dal 7 aprile 2022 Palazzo Fava ripercorre la pittura emiliana dalla fine del Quattrocento sino al primo Ottocento, presentando importanti opere mai esposte prima d’ora dalla raccolta del collezionista imprenditore Michelangelo Poletti.
La mostra La Quadreria del Castello. Pittura emiliana dalla Collezione di Michelangelo Poletti, curata da Angelo Mazza mette in particolare in evidenza le relazioni e connessioni tra i dipinti e la storia di committenza del luogo che le ospita, Palazzo Fava.
Saranno presentate ottantacinque opere eseguite tra la fine del Quattrocento e gli inizi dell’Ottocento, appartenenti alla ricca collezione creata da Michelangelo Poletti nel suggestivo Castello di San Martino in Soverzano, nella pianura bolognese.
Si tratta di una collezione formatasi negli ultimi trent’anni, che trae origine dalla passione di un imprenditore sensibile alle ragioni della cultura.
La mostra si presenta con la maggior parte delle opere che testimoniano gli sviluppi dell’arte emiliana di una collezione privata esposte la prima volta al pubblico.
Una collezione costruita attraverso la frequentazione delle gallerie degli antiquari e la partecipazione alle aste italiane, europee e americane.
La visita alla mostra sarà quindi un’occasione ghiotta per studiosi e appassionati per conoscere una collezione che costituisce un episodio in controtendenza rispetto alla storia di dispersioni e di dissoluzione delle collezioni storiche bolognesi proseguita in tutto il Novecento.
Collezioni che erano mete ambite dei viaggiatori europei e vanto della città di Bologna fino a tutto il Settecento”.