Una istallazione sonora a due voci che spinge il visitatore a prendere coscienza dello spazio
KRISTIN OPPENHEIM
Fondato nel 1994 il Musée d’art moderne et contemporain/MAMCO di Ginevra ha basato la sua azione su alcuni principi di riferimento:
- una concezione del museo come “mostra globale” che riunisce, nella continuità di una visita, mostre temporanee e rinnovate presentazioni delle sue collezioni permanenti;
- una variazione nella tipologia degli spazi e delle esposizioni, in modo da rievocare la storia dei musei (dall’appartamento di un collezionista al “cubo bianco” o allo studio dell’artista);
- un’attenzione costante alla scena ginevrina e svizzera.
Le mostre temporanee assumono quindi un ruolo primario nella programmazione del museo.
Tale è la mostra dedicata all’artista KRISTIN OPPENHEIM che presenta una installazione sonora
Kristin Oppenheim è nata a Honolulu, Hawaii nel 1959. E vive e lavora a Brooklyn, New York.
Conosciuta per le sue installazioni sonore immersive, Oppenheim satura gli spazi espositivi con narrazioni inquietanti, toccando una memoria frammentata che offusca i confini tra realtà e astrazione.
Spesso usa la fisicità del suono per sottolineare una tensione emotiva tra l’assenza e la presenza della sua voce
Al MAMCO presenta una installazione sonora di sette sequenze musicali ove la voce a cappella conserva l’essenza della canzone originale: una breve melodia e una o due frasi.
L’artista fa appello alla memoria individuale e collettiva presentando una melodia familiare, suonata in loop a due voci, una vicina e una lontana.
Il riverbero delle voci permette di accertare la distanza e prendere coscienza dello spazio.