Kevork Mourad costruisce città che si ispirano al mondo delle sue origini armene portando lo spettatore in atmosfere lontane, ove bellezza e tragedia si incontrano.
KEVORK MOURAD The ties that bind us
Studio la Città è una galleria d’arte contemporanea inaugurata a Verona nel 1969 da Hélène de Franchis che ne è ancora oggi titolare.
Lucio Fontana, Piero Dorazio, Mario Schifano, Gianni Colombo sono gli artisti delle mostre che caratterizzano i primi anni di attività, affiancati da artisti stranieri legati alla pittura analitica e minimale europea e americana.
Dal 13 dicembre 2021 torna a Studio la Città, con una mostra che presenta a tutto tondo la sua produzione artistica, l’artista siriano Kevork Mourad dopo il successo di Tower (installazione site-specific) e Floating Worlds (personale realizzata in occasione della sedicesima edizione di ArtVerona).
La mostra spazia infatti dalle grandi opere scenografiche ai più̀ piccoli lavori tridimensionali in tessuto.
Nato nel 1970 a Qamishli, una città nel nord-est della Siria, da genitori armeni Mourad da alcuni anni vive e lavora a New York.
Le sue origini giocano un ruolo fondamentale nella sua poetica, intimamente legata alla bellezza, ma anche alla tragedia, di quei luoghi ricchi di cultura ma anche devastati da guerre centenarie.
L’artista impiega tecniche di disegno e stampa che derivano dalla sua formazione come incisore.
Con serbatoio per l’inchiostro e pennello, egli traccia e sfuma linee sinuose con grande rapidità̀, dando vita ad incredibili scenari.
Le sue città, i suoi monumenti, spesso ispirati alle storie raccontate dai suoi avi, rifugiati del genocidio armeno, alludono alla calligrafia, agli intrecci delle stoffe orientali e alle antiche architetture di centri culturali dilaniati come Palmyra, Bosra e Aleppo.
Nel suo lavoro una incredibile tecnica pittorica porta lo spettatore ad immergersi in un mondo che non esiste più.