Ketty La Rocca. Se io fotovivo. Opere 1967-1975

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- DATA INIZIO: 14/07/2022

- DATA FINE: 02/10/2022

- LUOGO: TORINO – Centro Italiano per la Fotografia/ CAMERA

- INDIRIZZO: Via delle Rosine 18

- TEL: +39.011.0881150

Ketty la Rocca è riconoscibile per le sue immagini dedicate a gesti con le mani e alle relazioni tra fotografia, corpo e linguaggio verbale.

Ketty La Rocca. Se io fotovivo. Opere 1967-1975

 

 

CAMERA è insieme centro espositivo per la fotografia italiana e internazionale, centro di studio per la valorizzazione del patrimonio fotografico e laboratorio per l’educazione all’immagine.

Nato a Torino nel 2015 con un largo partenariato privato, CAMERA è una realtà che presenta anche una intensa attività espositiva.

Dal 14 luglio propone al pubblico la mostra Ketty La Rocca. Se io fotovivo. Opere 1967-1975, curata da Raffaella Perna e Monica Poggi, e realizzata grazie alla collaborazione con l’Archivio Ketty La Rocca e con il contributo della Galleria Frittelli di Firenze.

L’esposizione esplora per la prima volta il rapporto tra Ketty La Rocca e la fotografia, al fine di porre in evidenza il ruolo cruciale che questo medium ha avuto nel suo modo di rappresentare il corpo e la gestualità e nel documentare la sua attività performativa.

Alla fine degli anni Cinquanta, Gaetana La Rocca, in arte Ketty La Rocca (La Spezia, 1938-Firenze 1976) si stabilisce a Firenze, dove si avvicina alla Poesia visiva, iniziando a collaborare dal 1966 alle attività del Gruppo 70.

In questa fase l’artista realizza collage e opere basate sul montaggio di immagini e parole tratte dai rotocalchi e dalle riviste in circolazione, in cui il dialogo con la tradizione delle prime avanguardie va di pari passo con la critica alla cultura di massa e al ruolo della donna nella società e nella cultura visiva degli anni Sessanta.

Gli anni Settanta segnano una svolta importante nel percorso dell’artista, che inizia a farsi ritrarre mentre compie gesti con le mani, concentrandosi sulla relazione tra fotografia, corpo e linguaggio verbale e adottando una pluralità di strategie espressive e media diversi: fotografia, video, performance, libro d’artista.

Da quel momento la sua ricerca e il suo orizzonte di riferimenti culturali si allargano e l’attenzione per la comunicazione di massa che aveva contrassegnato la prima fase del suo lavoro, s’indirizza verso forme espressive primigenie fondate sul corpo, con un’apertura significativa agli studi di antropologia, alla storia delle culture preistoriche e dei rituali extra-europei.

Dopo la partecipazione a diverse mostre collettive negli anni Sessanta e la prima personale a Palazzo dei Musei a Modena nel 1971, La Rocca è invitata alla XXXV Biennale di Venezia del 1972: da questo momento il suo lavoro ottiene visibilità, come una delle figure più interessanti nel panorama artistico italiano.

Fra le tematiche da lei trattate, emergono in maniera significativa il ruolo della donna all’interno della comunicazione di massa e un’esplicita critica al capitalismo e all’influenza che la Chiesa ha all’interno della società moderna.

Agli immaginari stereotipati dell’editoria femminile che avevano contraddistinto le sue prime ricerche, La Rocca aggiunge al suo repertorio anche immagini storiche, come quelle tratte dagli archivi Alinari, o scientifiche, come nel caso delle Craniologie, dove impiega le radiografie del cranio, sovrapposte a fotografie delle mani o frasi scritte a mano.

Tra il 1967 e il 1975, realizza un gran numero di immagini delle sue performance, opere con i gesti delle mani e le espressioni facciali legate agli studi sulla fisiognomica, lavori realizzati con la macchina Xerox, sino alle serie delle già ricordate Craniologie e delle Riduzioni, in cui La Rocca riconduce la fotografia sotto il dominio della soggettività attraverso l’impiego della grafia manuale.

La morte prematura non ha impedito di far crescere la fortuna dell’artista, come dimostra il numero di pubblicazioni e di mostre nazionali e internazionali a lei dedicate, che la riconoscono, ormai, come una delle artiste concettuali italiane più importanti del secondo Novecento.

ORARI DI APERTURA

  • Tutti i giorni eccetto martedì 11.00 – 19.00

INFO

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