Due maestri del secondo Novecento , attivi non solo nella produzione artistica ma anche nel dibattito sull’arte, vengono proposti assieme da Dellupi Arte.
KAREL APPEL – ENRICO BAJ
Fondata da Luigi Dellupi nel 2015, Dellupi Arte è specializzata in artisti italiani e internazionali del XX secolo.
Situata a Milano all’interno del complesso architettonico progettato da Daniel Libeskind, la galleria si concentra in particolare sui Maestri del secondo dopoguerra, sull’arte informale e su artisti astratti contemporanei.
Dellupi Arte è un punto di riferimento nel panorama nazionale e internazionale per collezionisti e appassionati d’arte.
Dal 27 ottobre la galleria presenta una mostra dedicata a due maestri del Novecento: Karel Appel e Enrico Baj con l’esposizione per la prima volta assieme di opere di questi maestri del secondo Novecento.
Karen Appel (Amsterdam 1921 – Zurigo 2006), influenzato dapprima da Pablo Picasso e Henri Matisse, e successivamente da Jean Dubuffet, ha sviluppato poi la sua ricerca entrando in contatto con artisti suoi contemporanei partecipando a gruppi che si stavano allora formando.
Nel 1948 era membro della Nederlandse Experimentele Groep (gruppo sperimentale olandese) quando è stato tra i fondatori del gruppo CoBra che dal 1948 al 1951 metteva assieme pittori da Copenaghen, Bruxelles, e Amsterdam.
Sue opere si trovano oggi al MoMA di New York e in altri musei di tutto il mondo.
Enrico Baj (Milano 1924- Vergiate 2003), è stato un artista molto attivo e impegnato non solo nella realizzazione artistica ma anche nel dibattito del suo tempo sull’Arte.
Nel 1953 conosce Asger Jorn, con il quale fonda il Movimento Internazionale per un Bauhaus Immaginista, schierandosi contro la forzata razionalizzazione e geometrizzazione dell’arte.
L’anno seguente organizza gli Incontri Internazionali della Ceramica ad Albisola, in Liguria.
Egli si esprime attraverso collage polimaterici e policromatici caratterizzati da una forte caratterizzazione ludica, dove prevale il piacere di fare pittura con ogni sorta di materiali e i suoi assemblage sono costituiti da stoffe, medaglie, spille e vetri.
Ma sempre egli ha conservato un forte impegno civile e una critica della contemporaneità.
La mostra mette in dialogo una selezione di circa dodici opere, suggerendo affinità visive, associazioni cromatiche e forme ricorrenti presenti nella ricerca di entrambi.
La trasformazione della figura dei personaggi di Enrico Baj apre ad un’iconografia favolistico-grottesca, che si confronta con le tracce di figurazione, tracce presenti nelle tele di Karel Appel, in cui la potenza e la fisicità del colore amplificano l’espressività della materia pittorica.
