Artista dalla vita breve e tormentata, può essere considerato uno dei precursori dell’arte scapigliata in Italia
Io guardo ancora il cielo – FEDERICO FARUFFINI
La Villa Borromeo d’Adda è un complesso di edifici circondato da un parco, risalenti al XVII-XVIII secolo, situato nel comune di Arcore.
Nella foresteria e nelle varie costruzioni all’entrata sono attualmente ubicati gli Uffici Municipali del paese.
Uno spazio della villa è tuttavia dedicato a mostre temporanee che, per opere adatte ad esposizioni all’aperto, possono estendersi anche nel parco.
- Dopo il lungo periodo di chiusura delle attività culturali, causa Coronavirus la Villa riapre al pubblico, con una grande mostra dedicata all’artista Federico Faruffi, dal titolo Io guardo ancora il cielo.
- Dal 9 aprile al 6 giugno 2021
- Oltre sessanta opere – tra dipinti a olio, acquarelli, disegni, incisioni, fotografie originali, lettere e materiali d’epoca – gentilmente concessi da collezionisti privati, permetteranno di entrare nel tormentato mondo di Faruffini,
Nato nel 1833 Faruffini si è formato a Pavia per cercare di sfondare poi nell’ambiente milanese.
Ma, per la incombente presenza di Hayez che attirava la scena artistica del tempo, egli non riusciva ad affermarsi.
Personalità ribelle e difficile, dall’indole instabile Faruffini, vive un’esistenza fatta di incertezze, ripensamenti, improvvisi cambi di rotta, fino al suicidio, avvenuto nel 1869, a 36 anni.
Abbandonò la pittura per dedicarsi alla fotografia, viaggiò spesso tra Roma, Perugia, Milano e Parigi
In terra francese raccoglieva successi che in patria non arrivavano.
Eppure, le sue opere erano innovative, a volte sorprendenti, espressione di un genio tormentato, figura chiave nel superamento dei canoni romantici e accademici che ancora ingombravano la scena artistica lombarda alla metà del XIX secolo.
Ora, a distanza di tempo, gli approfonditi studi sull’arte italiana dell’Ottocento restituiscono una immagine di Faruffini come uno dei principali precursori della stagione scapigliata, un artista la cui ricerca ha cambiato le sorti della pittura italiana, giocando un ruolo di rilievo anche nella scena internazionale.
La mostra di Arcore arricchita anche da un vasto apparato di schizzi, lettere, ricordi personali permette di conoscere la complessità e l’originalità di un artista di rilievo, ancora oggi praticamente sconosciuto ai non addetti ai lavori.
- Promossa e sostenuta da Comune di Arcore l’esposizione è realizzata da Ponte 43 che assicura anche il coordinamento e l’organizzazione.