Nel museo a lui dedicato un incontro tra Luigi Varoli e un gruppo di artisti contemporanei invitati a produrre le proprie opere guardando alle sue collezioni
Inventario Varoli – della copia e dell’ombra
Il Museo Civico Luigi Varoli di Cotignola, con sede nel palazzo Sforza di origini medievali, conserva le collezioni costituitesi intorno alla donazione Anna Cortesi Varoli, che ha lasciato alla sua città natale memorie e lavori dell’artista cotignolese Luigi Varoli (1889-1958).
Disegnatore, pittore, scultore (terracotta cartapesta legno ferro), musicista, maestro per adulti e bambini, conservatore e collezionista, raccoglitore di piccole mirabilia e chincaglierie, uomo “Giusto”, questo e altro ancora è Varoli.
Dal 4 giugno il Museo organizza una mostra particolare pensata da Massimiliano Fabbri.
Si tratta della mostra Inventario Varoli – della copia e dell’ombra, una vasta raccolta di oggetti e sculture provenienti dalla casa-studio del Maestro cotignolese del primo Novecento
Saranno in mostra oltre trecento pezzi, tra cartapeste, sculture, disegni, libri, fotografie, reperti, in dialogo con opere e interventi inediti di 59 artisti contemporanei.
La mostra si estende in tre sezioni distribuite nelle due sedi di Palazzo Sforza e dell’ex ospedale Testi.
Nella sede del museo saranno esposte le collezioni di Varoli assieme alle opere che gli artisti invitati al progetto hanno realizzato all’interno del museo stesso.
Nell’ex Ospedale invece vengono proposti disegni e dipinti che gli artisti hanno realizzato nei propri atelier dopo aver guardato le opere di Varoli.
La mostra è quindi la conclusione di un progetto partito da lontano e chiude un percorso di lavoro di quasi un anno.
Nell’estate del 2020 una prima fase di lavoro ha visto il Museo organizzare una serie di incontri in cui piccoli gruppi di artisti si sono trovati e confrontati, per alcuni giorni, con l’Archivio Varoli: pezzi sparsi, frammenti, particolari e dettagli tratti da questo archivio e foresta di memorie, presenze e fantasmi.
Ciò che è stato prodotto in quelle giornate di lavoro ha contribuito a comporre una mostra in divenire, con allestimenti parziali al termine di ciascuna sessione.
Con l’isolamento imposto dalla Pandemia Covid19, a cavallo tra 2020 e 2021 gli artisti sono stati invitati a produrre nei propri studi opere ispirate al lavoro di Varoli.