Helen Frankenthaler manteneva a suo modo un’arte dell’allusione – la ricchezza di riferimenti ambigui – e coltivava una complessità simile alla volatilità dell’universo fisico.
IMAGINING LANDSCAPES Paintings by Helen Frankenthaler, 1952–1976
Nella sede londinese di Grosvenor Hill la galleria internazionale Gagosian propone IMAGINING LANDSCAPES una mostra di tredici dipinti della collezione della Helen Frankenthaler Foundation, molti dei quali non sono mai stati esposti prima.
Sono tutte opere con chiari riferimenti al paesaggio caratterizzate da una straordinaria varietà di linee e colori.
Il primo quadro – dipinto nel 1952, prima del rivoluzionario sviluppo della pittura a macchia d’olio di Helen Frankenthaler – è opera di un artista già matura: un panorama inventato con suggestioni di fronde di palma e cime montuose.
L’opera successiva appartiene a un piccolo gruppo di tele con forme disegnate che Frankenthaler dipinse durante la sua luna di miele con Robert Motherwell nel sud-ovest della Francia.
Seguono quattro tele del 1961—Fable, Beach Scene, Square Figure e After Rubens—nelle quali si nota la semplificazione del suo disegno reso più calligrafico, anche se continua a creare riferimenti figurativi e paesaggistici.
In tre tele del 1963, è evidente un cambiamento importante nell’approccio di Frankenthaler.
Aree giustapposte di colori lussureggianti sostituiscono le linee dei dipinti precedenti, i loro bordi irregolari evocano i confini delle forme naturali.
I titoli di queste opere – Narciso, Tuorlo, Dea del mare – invitano all’interpretazione delle loro forme a volte acquose, a volte torbide.
In queste opere l’artista sembra seguire il monito di Leonardo da Vinci che consigliava ai pittori di guardare i muri macchiati e vedere in essi immagini del mondo naturale.