Seguendo il filo conduttore del colore azzurro come rappresentazione visiva della natura cielo/acqua, l’artista Fabrizio Dusi rende omaggio alla straordinaria epopea di libertà e anarchia di Monte Verità.
Golden Age – Fabrizio Dusi
Il Monte Verità si erge sulle colline che sovrastano Ascona ed il Lago Maggiore, e rappresenta da sempre un polo magnetico di convergenza di idee, tendenze, sperimentazioni e personaggi storici.
Nato negli anni Venti del Novecento come colonia alternativa e vegetariana Monte Verità attirava artisti, anarchici, filosofi e pensatori, come pure ospiti illustri tra i quali Hermann Hesse.
In seguito, il Monte Verità divenne un moderno centro alberghiero che accolse grandi personalità del mondo artistico, politico e culturale.
Dopo un lungo periodo di decadenza monte Verità è passato in proprietà pubblica del Canton Ticino.
Oggi, rinnovato, il Monte Verità offre al pubblico locale e ai turisti un programma di incontri culturali e di manifestazioni.
Dal 2 luglio gli spazi espositivi ospitano la mostra Golden Age di Fabrizio Dusi, a cura di Chiara Gatti.
Nato a Sondrio, classe 1974 e attivo a Milano, Fabrizio Dusi è un artista riconosciuto nel panorama internazionale.
Nella sua carriera artistica, che spazia dal linguaggio della scultura a quello del neon, Dusi ha lavorato su tematiche legate alla storia collettiva e alla contingenza, dalla Shoah ai migranti, toccando sfumature esistenziali affidate ai versi di grandi scrittori del Novecento.
Sue installazioni permanenti compaiono alla Casa della Memoria di Milano, sulla facciata del Comune di Bagnacavallo (Ravenna), all’Università Bocconi di Milano, all’Università degli Studi di Padova e al memoriale di Yad Vashem a Gerusalemme.
Per la mostra a monte Verità Dusi ha prodotto un nucleo importante di lavori site-specific ispirati ai temi iconici dell’ideale monteveritano del paradiso anarchico.
Neon, ceramiche e forme in alluminio punteggeranno alcuni spazi interni ed esterni con parole-simbolo – “LIBERI”, “ANARCHY”, “UTOPIA” – e immagini evocative di un ritorno allo stato di natura.
Fra il giardino e gli spazi interni dell’hotel in stile Bauhaus, l’artista ha studiato un percorso fatto di mantra e immagini emblematiche.
Come il sole splendente, allegoria della rinascita, o come i corpi nudi degli abitanti dell’antica colonia vegetariana, fedeli alla pratica del nudismo e ai bagni di sole per una sana cura del fisico e della mente.
Nel cuore del parco, l’installazione site specific Eva e Adamo rimanda al desiderio di un ritorno a una vita naturale e dialoga con l’ampio ciclo pittorico, quasi un affresco, Golden Age in sala Balint.
Qui, la lunga narrazione si dipana sullo sfondo di un paesaggio vergine, con amori e girotondi; è un omaggio poetico al Chiaro mondo dei beati, storico dipinto panoramico nel Padiglione Elisarion.
La stessa visione edenica scorre su un grande vaso con inserti d’oro al terzo fuoco ispirato, nei soggetti, al giardino ideale di una rinnovata età dell’oro.
