Il designer londinese di origine cipriota Michael Anastassiades si ispira a diverse fonti, dalla natura ai riferimenti arcaici della sua nativa Cipro, dalla storia del modernismo ai ricordi personali, dall’arte alla vita quotidiana.
Cheerfully Optimistic About the Future Allegramente ottimista sul futuro
Fondazione ICA Milano è un’istituzione privata senza fini di lucro nata dalla volontà, dal desiderio e dalla passione di cinque persone che hanno individuato nella città di Milano il luogo ideale per avviare un progetto orientato e incentrato sull’arte contemporanea.
ICA è aperta a tutte le arti, un organismo per la cultura contemporanea e un progetto ecologico per l’arte basato sul principio della sostenibilità e sulle relazioni tra le persone, i loro contesti e il mondo dell’arte.
Dall’8 settembre nei suoi locali espositivi ICA propone la mostra “Cheerfully Optimistic About the Future“, prima personale in Italia dedicata a Michael Anastassiades.
Nato a Cipro nel 1967, Michael Anastassiades si trasferisce a Londra nel 1988 per studiare.
Si è formato come ingegnere civile presso l’Imperial College of Science Technology and Medicine di Londra prima di conseguire un master in design industriale presso il Royal College of Art.
Ha fondato il suo studio nel 1994, seguito dal suo marchio omonimo nel 2007.
Durante la sua carriera ha ideato e realizzato illuminazione, mobili, oggetti e design degli spazi caratterizzati da una poetica del rigore dei materiali tecnologici.
Il suo lavoro si ispira a diverse fonti che distilla in strutture pure e semplici: dalla natura ai riferimenti arcaici della sua nativa Cipro, dalla storia del modernismo ai ricordi personali, dall’arte alla vita quotidiana.
Posizionato tra belle arti e design, il suo lavoro mira a provocare dialogo, partecipazione e interazione.
La sua ricerca artistica esplora le nozioni contemporanee di cultura e pensiero estetico, una combinazione di discipline come il design del prodotto, l’interior design e il design ambientale, spesso trascendendo le distinzioni tra i diversi campi della creatività.
La mostra, curata da Alberto Salvadori nasce dalla volontà di costruire un progetto caratterizzato dalla forte caratteristica del “fatto a mano” per la realizzazione delle opere, coinvolgendo in prima persona l’artista e i suoi collaboratori.