Una mostra che presenta a Brescia il pittore manierista Lattanzio Gambara in una versione inedita e “sacra”, rispetto alla sua più nota fama “profana”.
IL SENSO del NUOVO Lattanzio Gambara, pittore manierista
Il recente acquisto da parte di Fondazione Brescia Musei di una pala d’altare per la collezione della Pinacoteca porta con sé un’inedita attribuzione a Lattanzio Gambara e diventa occasione per un nuovo progetto espositivo, alla riscoperta di un pittore che ha saputo unire le più avanzate ricerche del Manierismo alle tradizioni locali.
Nato a Brescia probabilmente nel 1530 Gambara fu allievo del pittore e architetto Giulio Campi ed è probabile che egli abbia avuto un ruolo nella realizzazione dei cicli di affreschi eseguiti dal maestro.
Entrato nel 1549 nella bottega di Romanino per il quale lavorò realizzando opere su impostazione e disegno del maestro, avviandosi ad una autonoma attività dopo la morte del maestro nel 1560.
La mostra-dossier, IL SENSO del NUOVO. Lattanzio Gambara, pittore manierista, aperta al Museo di Santa Giulia il 26 novembre e curata da Marco Tanzi, racconta la personalità eclettica del maestro bresciano.
Si va dalla sua produzione “profana” fino alle meno note opere di soggetto sacro, tra cui il già citato Compianto su Cristo morto con i Santi Bartolomeo e Paolo (1570-74), acquistato recentemente e presentato al pubblico per la prima volta in questa occasione.
Originariamente collocata nella Chiesa di San Bartolomeo a Brescia, la grande tela del Compianto andò dispersa a seguito delle soppressioni napoleoniche, e solo di recente è riapparsa nel mercato antiquario come opere di “scuola cremonese”.
Gli studi di Tanzi hanno ricondotto con certezza alla paternità di Gambara, un’attribuzione importante per il patrimonio collezionistico e la ricerca che la Pinacoteca dedica all’artista, del quale possiede diverse opere.
Arricchiscono il percorso espositivo alcuni importanti prestiti dagli Uffizi di Firenze, dai Musei Reali di Torino e dalla collezione BPER.