Una grande collettiva che propone cent’anni di arte italiana dalla seconda metà dell’Ottocento, attraverso le opere di artisti che, pur avendo visto lo stesso mare ligure, ognuno se l’è immaginato e figurato a modo suo.
Il Mare: Mito Storia Natura. Arte Italiana 1860-1940
Raffinato edificio di fine Ottocento, Palazzo Cucchiari è sede della Fondazione Giorgio Conti nata per ricordare un imprenditore che attraverso la sua passione, la sua determinazione e la capacità di immaginare il futuro, è stato in grado di creare un gruppo (R.E.D GRANITI), oggi leader mondiale nel settore dell’escavazione e della commercializzazione del materiale lapideo in blocchi.
La Fondazione ha dedicato particolare attenzione nel proporre esposizioni di rilevante spessore scientifico e tale è la mostra Il Mare: Mito Storia Natura. Arte Italiana 1860-1940, curata da Massimo Bertozzi e inaugurata il 9 luglio 2022.
Articolata in sei diverse sezioni, la mostra propone un viaggio attraverso varie scuole artistiche italiane in anni decisivi, compresi tra la nascita del Regno d’Italia e lo scoppio della Seconda guerra mondiale, con opere tutte legate ad un tema comune: il mare e quelle terre – piatte o scoscese – che vi si affacciano e che da millenni accolgono popoli che hanno scelto di viverci.
Vengono esposte circa un centinaio di opere, con presenze prestigiose di macchiaioli come Fattori e post macchiaioli come Lloyd, Ulvi Liegi, Puccini.
Ci sono poi i pittori cosiddetti labronici (March e Natali), della figurazione simbolista (Sartorio, Benvenuti, Baracchini Caputi), divisionisti (Nomellini), esponenti delle avanguardie (Ram e Thayaht).
Non mancano gli artisti legati al movimento del ritorno all’ordine, con richiami alle grandi individualità dell’arte italiana, De Chirico, Savinio, De Pisis, Campigli, Morandi, Nathan e tra gli scultori Martini, Marini, Manzù e Messina.
Considerata la sede della mostra un’attenzione particolare è poi riservata ad artisti più strettamente legati all’area ligure-apuana, e quindi ai pittori versiliesi autoctoni, come Chini, Moses Levy, Viani, o d’adozione, come Carrà, Carena, De Grada, Funi, o cantori delle terre di Liguria, come Telemaco Signorini e scultori apuani come Carlo Fontana e Arturo Dazzi.
Una grande collettiva che insegna che quel mare è di tutti, ma non appartiene a nessuno.
Questi artisti hanno visto lo stesso mare, ma alla fine ognuno se l’è immaginato e figurato a modo suo.