Identikit del mammone

Di base viziato, spesso figlio unico, ma può anche essere l’unico maschio del casato o un bimbo soffocato come una dall’amore materno. Il mammone è l’eterno Peter Pan, bisognoso di cure, esigente fino ai massimi livelli, potenzialmente lamentoso e fortemente immaturo.  Abituato fin da piccolo ad essere il centro del mondo, accontentato in ogni richiesta. Uno che fa una vita così per quale ragione dovrebbe cambiare?  Questi bambinoni di 30 anni in realtà alcune attenuanti le hanno. Hanno l’alibi  della struttura della scuola e dell’università. La scuola superiore in Italia termina a 18 anni. Quindi si va all’università e si finisce il ciclo di studi a 24-25 anni. Poi non ti vuoi specializzare, un tirocinio non lo facciamo, ma i ragazzi, mancando campus e alloggi universitari, fino a quell’età vivono in famiglia. Una volta entrati nella società e diventati adulti  perchè rinunciare ed abbandonare le comodità di avere la “pappa pronta”? Anche la difficoltà di trovare lavoro e la mancanza di fatto di un’ edilizia popolare giocano un ruolo decisivo. E` vero, per molti giovani questa incertezza porta a ritardare le scelte definitive e a cercare rifugio nella famiglia ed alla fine diventa anche una scelta: quella di piegarsi alle circostanze. Il risultato?L’esaurimento della famiglia stessa, che non si rinnova.

Questi mammoni, infatti, una volta che se ne vanno di casa e si sposano, non riescono a tagliare il cordone ombelicale che li ha alimentati per anni. E i genitori, così abituati a far parte della vita del figlio, si inseriscono nel matrimonio, nelle piccole e grandi cose. Situazioni che per il partner diventano insopportabili, per il mammone diventano “comoda routine”. In questo modo si verificano rotture definitive, e spesso dopo la separazione, il mammone torna a farsi consolare dai genitori. Le persone, soprattutto gli uomini non cambiano, come cantava Mia Martini, e purtroppo bisogna farsene una ragione, però dei piccoli progressi si possono avere anche coi Peter Pan più recidivi.  Le strategie da attuare sono chiare. Il ragazzo va spinto a crescere. Potete provare, se lui è molto innamorato, con la mossa del ricatto. O te ne vai di casa o addio, purtroppo però i ricatti, le costrizioni rendono molto poco, e portano solo a future recriminazioni. Mammà è rassicurante e protettiva è bella e buona,  voi siete delle carogne che invece di coccolarlo cercate di farlo soffrire, e di fargli rifare il letto, che ormai assomiglia più alla tana di un animale selvatico!  Dove non arriva la paura di perdervi, potrebbe allora arrivare il buon senso. Un patto, un venirsi incontro, tanto per capire se la situazione è recuperabile oppure no, se il ragazzo si rende conto di essere un pochino viziato, spronarlo a condividere responsabilità e a vivere in autonomia potrebbe funzionare, in fondo forse gli manca solo il buon esempio. E un’altra mamma che gli insegni come crescere….

 

ARTURO VERMI. Opere 1960 – 1975
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