Oltre 400 foto raccontano più di sessant’anni di attività e ricerca fotografica di Guido Guidi

Museo Casa Cavazzini di Udine ospita la mostra GUIDO GUIDI. Col tempo, 1956-2024, aperta fino al 6 gennaio 2026

Casa Cavazzini è un edificio nel centro storico di Udine.

Il Palazzo acquisito dal Comune è stato ristrutturato su progetto di Gae Aulenti e dal 2012 è aperto al pubblico come Museo d’Arte Moderna e Contemporanea.

Dal 27 settembre 2025 Casa Cavazzini ospita una delle più importanti retrospettive dedicate a Guido Guidi,maestro assoluto della fotografia contemporanea.

La mostra “Guido Guidi. Col tempo, 1956-2024” è prodotta dal MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma in collaborazione con i Civici Musei di Udine e l’Archivio Guido Guidi.

Nato a Cesena nel 1941 Guido Guidi è uno dei fotografi italiani più in vista, con una carriera che dura da più di cinque decenni e oltre trenta monografie pubblicate.

Formatosi nell’ambiente del cinema neorealista e dell’arte concettuale egli ha sviluppato una sua visione non sentimentale ma intensamente personale dell’immagine prodotta dallo scatto fotografico.

Nel lavoro egli ha focalizzato principalmente il suo obiettivo su aree geografiche rurali e suburbane vicine a casa sua e occasionalmente più lontane in Europa.

La sua ricerca, iniziata negli anni Sessanta, ha ridefinito il rapporto tra immagine e paesaggio, tra fotografia e architettura, influenzando intere generazioni di autori.

È considerato un riferimento imprescindibile anche sul piano didattico, avendo insegnato all’Università IUAV di Venezia.

La mostra distribuisce in 5 sezioni oltre 400 opere che, in ordine cronologico, raccontano più di sessant’anni di attività, dagli esperimenti giovanili alle grandi indagini sul paesaggio italiano, fino ai progetti più recenti che confermano la coerenza e l’originalità della sua ricerca.

Una sezione speciale è dedicata al rapporto con l’architettura, in particolare al progetto della Tomba Brion una delle opere più iconiche di Carlo Scarpa ad Altivole nella marca trevigiana.

Qui, il fotografo rivela la sua capacità di cogliere materia e luce come espressione profonda del pensiero architettonico.