Guido Baragli è un artista che crede nella eterna attualità della pittura, che egli esprime con la sua programmatica e incondizionata adesione alla figurazione
GUIDO BARAGLI. Carboncini e peluche
Lo Studio Masiero di Milano è normalmente luogo di proposte legate all’astrattismo.
Ma giovedì 10 febbraio ha inaugurata una mostra che rappresenta intermezzo figurativo, con la mostra Carboncini e peluche dell’artista siciliano, Guido Baragli (1962).
Guido Baragli, pittore classico e contemporaneo, tra Giotto e Sironi, crede nella eterna attualità della pittura come strumento non soltanto di rappresentazione quanto di intensa fabulazione per immagini.
Da qui nasce la sua adesione programmatica ed incondizionata alla figurazione.
In particolare, è pittore conosciuto per la ricerca sul colore e la luce, sperimentando tecniche diverse e indagando tutti i soggetti topici della storia della pittura.
Dalle prime mostre all’inizio degli anni ’80 fino all’ultima retrospettiva nel 2019 a Palazzo Riso di Palermo, Baragli ha sempre presentato l’urgenza della pittura attraverso la precisione del segno e la gestualità nella stesura del colore.
In questa mostra Carboncini e Peluche vengono presentate più di venti opere, molte delle quali di grandi dimensioni.
Fogli disegnati al carboncino e finiti a guache, dove prende forma uno degli oggetti transazionali più riconosciuti e dove, come si legge nel testo di Elisabetta Longari “il ciclo implica inoltre con ogni evidenza, attraverso la scelta dei soggetti, l’atavico e profondo meccanismo di attaccamento agli oggetti che si incaricano della funzione simbolica e affettiva di stabilire nessi e colmare mancanze.”
La restituzione pittorica della visione di Baragli è straniante e attraente, come afferma l’artista stesso “peluches rassicuranti e inquietanti insieme, di una semplicità metafisica e neonaïf”.
La mostra, aperta fino al 18 marzo, sarà visitabile oltre agli orari di galleria, anche nel fine settimana, previo appuntamento.