Milano celebra il quinto centenario della morte di Raffaello attraverso l’occhio sensibile di chi a fine settecento dirigeva l’Accademia di Brera dimostrando grande amore per l’opera dell’Urbinate
Giuseppe Bossi e Raffaello al Castello Sforzesco di Milano
Era nata male la mostra Giuseppe Bossi e Raffaello al Castello Sforzesco, avrebbe aperto nel novembre 2020 ma rimasta chiusa a causa del persistere della pandemia da Covid19.
Il 9 febbraio ha riaperto con orari e in condizione di accesso limitati causa Covid, per restare aperta fino al 30 maggio.
Era stata pensata per rendere omaggio a Raffaello nel cinquecentenario della morte attraverso l’opera grafica e il collezionismo di Giuseppe Bossi (1777-1815).
Bossi è stato il Segretario dell’Accademia di Brera a cavallo tra XVIII e XIX secolo e, animato da una profonda passione di raccoglitore, contribuì in maniera decisiva ad alimentare il mito del genio urbinate nella cultura lombarda, mediante la divulgazione del linguaggio e delle invenzioni del maestro.
Bossi fu anche un attento raccoglitore e collezionista e, alla sua morte, donò al comune di Milano la sua raccolta che è entrata a far parte delle collezioni civiche milanesi.
Nella raccolta Bossi si coglie la grande attenzione verso Raffaello e la sua forte ammirazione per l’ideale di bellezza rinascimentale tanto caro all’estetica imperante tra la seconda metà del Settecento e l’età napoleonica.
In occasione della mostra è possibile, inoltre, consultare il catalogo online di tutti i disegni di Bossi all’interno della Collezione del gabinetto dei Disegni del Castello e un ricco corpus di incisioni da opere di Raffaello. (circa 1000 immagini disponibili).
Per rendere la mostra comunque visibile al più vasto pubblico la mostra è visitabile anche in virtual tour*