Un confronto/dialogo tra due artisti di generazioni diverse per indagare tecniche, contenuti e pensiero che hanno guidato i loro lavori
FRANCO GUERZONI | LORENZO MODICA Nascosto in bella vista – Hidden in plain sight
Dal 2019 la galleria Studio G7 di Bologna ha avviato un progetto di riflessione e di confronto tra artisti di generazioni diverse.
Nascosto in bella vista, la mostra che si aprirà il 28 novembre rientra in questo progetto.
Nascosto in bella vista è, infatti, un’ipotesi di dialogo tra due artisti – Franco Guerzoni (Modena, 1948), che ha stabilito con G7, a partire dal 1973, un lungo rapporto, e Lorenzo Modica (Roma, 1988), alla prima mostra in galleria.
Il tema del confronto/dialogo è l’indagine su alcuni punti di contatto fra le loro poetiche che si esprime in una comune sensibilità per l’immagine.
In entrambi è un’immagine che non si dispiega mai pienamente ma manifesta il suo potenziale solo dopo un lungo lavoro di preparazione e costruzione dei supporti, della vita materiale dei dipinti.
Sono immagini che emergono spesso solo per frammenti e piccoli indizi nelle pieghe materiali dell’opera.
Modica, ad esempio, utilizza spesso stoffe e tessuti, i cui pattern invitano l’artista a depositarvi liberamente macchie e campiture, ma anche ritagli e frammenti di immagini stampate o fotografiche, fino a definire una specie di paesaggio astratto nel quale collocare segni e tratti che, sincopati e intermittenti, appaiono come ipotesi di figure e cose riconducibili al reale.
Guerzoni, invece, opera attraverso un lungo lavoro di stratificazione che dona all’opera un forte spessore materiale, all’interno della quale, idealmente, le immagini finiscono per nascondersi o rivelarsi come ritrovamenti per via di un lavoro di scavo (nel supporto) operato dall’artista a posteriori, un processo di sottrazione e nuove aggiunte di colore e materia.
A questi risultati, per certi aspetti comuni, gli artisti arrivano attraverso processi di lavoro diversi.
Modica usa il collage e la carta, spesso trattata a monotipo a realizzare immagini che si moltiplicano richiamandosi e rilanciandosi reciprocamente.
Guerzoni invece ricorre allo strappo d’affresco, usa il gesso, il vetro, il frammento fotografico e la carta che si accartoccia, si comprime o si apre a rivelare nuove immagini.