Davide Maria Coltro è artista e ricercatore che ha sviluppato un linguaggio mediale che assume connotazioni astratte e sintetiche, capaci di evidenziare i rapporti tra gli elementi fondamentali della pittura elettronica
Il Museo MA*GA di Gallarate ospita la mostra DAVIDE MARIA COLTRO. Astrazione Mediale, aperta fino al 1 settembre
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Il Museo MA*GA è uno dei più rilevanti musei d’arte contemporanea italiani.
L’identità del museo si intreccia alla storia del Premio Gallarate, fondato nel 1949 e ancora oggi attivo.
Il Museo, ufficialmente istituito nel 1966 con il nome di Civica Galleria d’Arte Moderna di Gallarate, nasce infatti con le opere acquisite durante le prime otto edizioni del Premio.
Dalla sua nascita il museo è cresciuto nelle collezioni e nella qualità delle sue proposte espositive anche temporanee.
Dal 28 aprile 2024 il Museo presenta la mostra Davide Maria Coltro. Astrazione Mediale a cura di Alessandro Castiglioni con il contributo critico di Elena Pontiggia.
Nato nel 1967 a Verona Davide Maria Coltro è un artista che si è dedicato alla ricerca sull’arte digitale e il linguaggio mediale, caratteristico della sua cifra più autentica, assume nuove connotazioni astratte e sintetiche, capaci di evidenziare i rapporti tra gli elementi fondamentali della pittura elettronica, quali bit e pixel, in un codice da lui stesso definito “pittura oltre la materia”.
Il progetto si pone in continuità con una più ampia attività di diffusione e analisi sull’arte astratta, dal Movimento Arte Concreta alla Pittura Analitica, sviluppata dal Museo MA*GA.
In questo ambito, Coltro interpreta i temi che caratterizzano il presente come il complesso dialogo tra arte e scienza, le nuove frontiere conoscitive dei Visual Studies e la ridefinizione del rapporto tra arte e spiritualità.
La sua pittura mediale, grazie alla conoscenza profonda del mondo digitale, crea sorprendenti possibilità espressive che implicano anche la neuroestetica.
Il percorso espositivo si compone di una serie di nuove installazioni, appositamente pensate e costruite per gli spazi del museo, in cui i Quadri Mediali si caratterizzano per un flusso generativo astratto in costante mutamento e progettato dall’artista da remoto.