I tabù della società e la teatralità della vita quotidiana entrano nel repertorio di cinquant’anni di carriera del fotografo giapponese Daido Moriyama
DAIDO MORIYAMA Retrospective – Mostra Berlino
BERLINO – C/O Berlin Amerika-Haus – Hardenbergstraße 22–24 10623 Berlin
Dal 13/05 al 07/09/202
C/O Berlin è uno spazio espositivo per la fotografia e i media visivi.
In qualità di organizzazione senza scopo di lucro, C/O Berlin presenta opere di artisti riconosciuti, supporta talenti emergenti e invita tutti a scoprire la cultura visiva contemporanea.
Fino al 7 settembre 2023 è possibile vedere presso C/O Berlin una mostra Retrospettiva dedicata all’artista giapponese Daido Moriyama.
Nato a Ikeda, Osaka, Giappone, Moriyama studia inizialmente per diventare grafico, prima di rimanere affascinato dal mondo della fotografia e studiare con Takeji Iwamiya.
Nel 1961 si trasferisce a Tokyo per unirsi al collettivo di fotografi di VIVO, e diventa assistente di Eikoh Hosoe, occasione che gli permette di ottenere l’accesso al mondo fotografico di Tokyo per poi iniziare, a partire dal 1964, una brillante carriera da freelance.
Nel corso dei suoi sessant’anni di carriera, Daido Moriyama ha modificato in modo decisivo il modo in cui vediamo le fotografie.
Ha usato la sua macchina fotografica per documentare i suoi immediati dintorni e per esplorare visivamente la società giapponese del dopoguerra.
Ma ha anche messo in discussione la natura stessa della fotografia.
Considerato uno dei maggiori esponenti della fotografia di strada (street photography) giapponese, Daido Moriyama ha una ricca esperienza di esposizioni fotografiche in istituzioni prestigiose in ogni parte del mondo.
Tra i lavori per cui è più famoso c’è Eros, pubblicato nel 1969 sulla rivista giapponese Provoke, che mostra le immagini di una notte trascorsa con una amante in una stanza d’albergo.
Lo stile di Moriyama viene definito inconsueto e provocatorio, soprattutto dopo la sua esperienza con la rivista Provoke, che negli anni Sessanta denunciava una realtà che veniva spesso occultata.
Anche dopo i suoi settant’anni d’età, egli condivide ancora la stessa inclinazione a registrare i lati oscuri del mondo come faceva nelle sue prime fotografie, scattate durante la drammatica trasformazione del dopo-guerra giapponese, con l’intento di evocare pensieri ed emozioni nuove.