Al MET una mostra personale dello scultore Charles Ray, uno dei più importanti artisti della fine del XX e dell’inizio del XXI secolo.
Charles Ray: Figure Ground
Il Metropolitan Museum of Art / MET di New York è uno dei più importanti musei a livello internazionale che presenta oltre 5.000 anni di arte da tutto il mondo che tutti possono sperimentare e apprezzare
Dalla sua fondazione nel 1870 il MET propone al pubblico le prestigiose collezioni permanenti ma anche mostre temporanee rigorosamente selezionate.
Dal 31 gennaio 2022 il MET ospita, nella sua sede storica della 5^ Avenue, una grande mostra dello scultore Charles Ray, dal titolo Figure Ground.
Nato a Chicago nel 1953 Charles Ray inizia la sua carriera negli anni Ottanta con l’arte astratta per poi introdurre nella sua opera la figura umana, e collocando sempre al centro della sua ricerca la questione dello spazio.
Oggi Charles Ray è considerato uno dei più importanti artisti della fine del XX e dell’inizio del XXI secolo.
Egli ha sperimentato un’ampia gamma di metodi, tra cui performance, fotografia e scultura, il mezzo per il quale è oggi più riconosciuto.
Nel processo, ha utilizzato una varietà di materiali, ampliato i termini fondamentali del linguaggio scultoreo e ha aperto la strada a importanti progressi nella produzione, combinando le mani analogiche e digitali, nonché umane e robotiche.
Le opere di Ray, la cui ricercatezza tecnica richiede mesi, addirittura anni di lavoro e il contributo di tecnici estremamente qualificati hanno l’effetto di destabilizzare lo spettatore con la forza di un’allucinazione, di turbare, anche solo per un attimo, la sua convinzione di avere il controllo della realtà.
La mostra al MET unisce sculture di ogni periodo della carriera di Ray con fotografie chiave degli anni ’70 e ’80, esplorando aspetti centrali della sua opera stimolante e talvolta provocatoria.
Tra le opere in mostra spicca anche il ragazzo con la rana scultura in acciaio bianco alta due metri e mezzo realizzata su incarico del famoso collezionista Pinault, e collocata in Punta della Dogana a Venezia per l’inaugurazione del nuovo Museo.
Poteva diventare una nuova opera nello scenario della città lagunare, ma è stata eliminata per le proteste locali di una città piena di contraddizioni con l’arte contemporanea.