La tecnica di stampa usata da Belkis Ayòn, fondata sul procedimento della Collografia, ha permesso all’artista cubana di rappresentare il tumulto esistenziale dei giovani in una società in crisi.
Belkis Ayón. Collographs
Il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid ospita la prima retrospettiva in Europa dedicata alla stampatrice cubana Belkis Ayón (L’Avana, 1967–1999).
Viene presentata una selezione di una cinquantina di collographs che approfondiscono la sue breve ma prolifica carriera.
La collografia è una tecnica di stampa insolita basata su matrici costruite come collage di materiali diversi (stoffa, cartone, nastro adesivo, gesso e altro) e sviluppata da Ayón per creare un linguaggio artistico tutto personale.
È un linguaggio ricco di sfumature e trame difficili da ottenere con qualsiasi altro mezzo.
La mostra pone l’accento sul processo di lavoro di Ayón, esibendo molteplici matrici delle sue stampe, la maggior parte delle quali inedite.
Ayon ha studiato all’Instituto Superior de Arte de la Habana dell’Avana e ha raggiunto la maggiore età come artista durante la profonda crisi economica e ideologica a Cuba innescata dalla caduta della cortina di ferro nel 1989 e dal crollo del socialismo in Europa.
La mostra mette in luce il lavoro dell’artista iniziando con le sue prime indagini visive sulla società segreta afrocubana Abakuá, immagini che l’hanno accompagnata dal momento in cui ha presentato la sua tesi all’Accademia Nazionale di Belle Arti di San Alejandro nel 1988.
Seguono poi le stampe in bianco e nero degli anni ’90, un mezzo più adatto per esprimere il tumulto esistenziale che permea la sua opera.
Ammirevoli sono poi i suoi pezzi di grandi dimensioni con una spiccata qualità scenografica, attraverso i quali si veicola un mondo visivo complesso e universale, sincretizzando mitologia e rituale Abakuá con i principali elementi iconografici della religione cattolica.