La mostra evoca atmosfere legate al fascino del sottosuolo ispirandosi ai sotterranei del Palazzo Re Rebaudengo.
Badly Buried
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo dal 1995 sostiene i giovani artisti italiani e stranieri, con una particolare attenzione alla committenza e produzione di nuove opere.
Nelle sue due sedi, a Torino e a Guarene la fondazione promuove l’arte contemporanea con l’obiettivo di avvicinare ad essa un pubblico sempre più ampio.
Dal 2 ottobre al 28 novembre, nella sede di Palazzo Re Rebaudengo a Guarene, viene proposta la mostra Badly Buried, che conclude la quindicesima edizione del Young Curators Residency Programme, residenza artistica sostenuta dalla Compagnia San Paolo.
La mostra evoca atmosfere legate al fascino del sottosuolo ispirandosi al Palazzo Re Rebaudengo stesso.
Si dice che nel Palazzo si nascondono dei tunnel sotterranei ma nessuno sa dove conducono o cosa celano.
Certamente, sotto le spoglie dello spazio domestico, questi tunnel potrebbero rimandare al modo in cui il fantastico si può nascondere nelle cose più ovvie.
Badly Buried è una discesa; un’immersione per amalgamarsi con ciò che sta al di sotto, aiutati e guidati dagli artisti chiamati per questo progetto espositivo.
Attraversati i tunnel segreti che ci fanno accedere al sotterraneo, iniziamo a comprendere e immaginare il sottosuolo ove si possono incontrare l’inconscio, una miniera, una stanza segreta del sesso, una caverna o una tomba.
È uno spazio in cui materia e immaginario si fondono.
Scendere nel sottosuolo e nei suoi mondi interiori è un atto di ricerca, di lotta contro l’ignoto, contro l’abietto e l’interiore; di apertura di passaggi e di condivisione del mostruoso.
Discendendo, la mostra domanda: quale conoscenza deriva dall’atto di calarsi fisicamente, psicologicamente e socialmente nelle cose?
Emergendo dal sottosuolo, quali narrazioni dissotterriamo? Cosa può rivelare l’oscurità?
Oltrepassate le soglie tra i mondi, la conoscenza riemerge sotto forma di performance, installazioni e immagini in movimento che indagano le nozioni di mostruosità, piacere, morte, segretezza e lavoro.
In queste atmosfere ci fanno immergere le sculture e le installazioni di Jacopo Belloni, le opere di Ilaria Vinci di natura speculativa, la tomb writer di Alessandro di Pietro e ancora le opere di Irene Coppola con le sue elaborazioni di materiali industriali o la video installazione a tre canali di GianMarco Porru.
Altri artisti in mostra: Eleonora Luccarini, Massimo Vaschetto, Giovanni Giaretta ,Agnese Spolverini.
Il terreno si erode facendo riemergere segreti, conoscenze soppresse e la socialità di un mondo sotterraneo.