L’artista sudafricano Athi-Patra Ruga riflette sul suo paese nel tempo del post-aparthied.
ATHI-PATRA RUGA ACT ONE …IN TRAVESTI…
La sede newyorkese della galleria Eva Presenhuber propone dal 6 novembre Act One …In Travesti, una mostra di opere nuove e recenti dell’artista sudafricano Athi-Patra Ruga (1984).
È la prima mostra personale presso la galleria dell’artista che continua la sua interrogazione sull’ideale post-apartheid del Sudafrica.
Mentre i riferimenti a bandiere, mappe e frecce direzionali indicano una storia geopolitica che richiede una decolonizzazione continua, un’intensa attenzione alla figura suggerisce l’investimento dell’artista nel ricentrare la resistenza attorno al corpo pensante e sensibile in modi che sono spesso travisati, dimenticati o omessi.
Per oltre un decennio, Ruga ha usato il proprio corpo in spettacoli di travesti e drag per creare avatar queer che parodiano e criticano lo status quo, espandendo il modo in cui un immaginario nero queer è rappresentato nel Sudafrica contemporaneo e nella diaspora.
Ruga trasforma la creazione di miti contemporanei in uno strumento di queer statecraft attraverso la sua continua esplorazione di Azania.
Basato sull’antico nome usato per riferirsi a porzioni dell’Africa precoloniale (incluso l’attuale Sudafrica), “Azania” è stato riproposto dal movimento antiapartheid come un grido di battaglia per la libertà.
Tuttavia, se Azania rimanda a un’epoca precedente al colonialismo, anticipa anche un futuro al di là del paradigma del moderno stato-nazione.
In modo simile, Ruga crea le sue figure fondendo la ricerca storica, la cultura popolare contemporanea e moderna, la fantasia letteraria e l’esperienza vissuta dall’artista in modi che confondono il divario tra il reale e l’immaginario.
Prendendo in prestito frammenti da rappresentazioni storiche della vita sudafricana nera di Irma Stern, Barbara Tyrrell e Lovedale Press (tra le altre fonti), Ruga usa il passato per creare progetti per futuri alternativi.
Sul piano tecnico, sebbene ogni opera sia unica, la loro gamma illustra anche l’approccio stratificato dell’artista al processo.
Ruga costruisce i suoi ritratti realizzando studi su schizzi e fotografia prima di arrivare a un primo disegno.
Il disegno viene quindi trasferito su tela prima di essere dipinto in modi che ne elaborino la consistenza e i toni.
L’immagine dipinta viene quindi utilizzata come modello per il ricamo a punto piccolo, in modo tale che l’arazzo risultante mascheri le superfici lavorate sottostanti.